Ho voluto provare a comporre un Noh occidentale in stile Giapponese, anche per dare un esempio pratico a chi non conosce questa forma teatrale, ma soprattutto per piacer mio. L’idea è quella di fare un esercizio, invece di scrivere un trattato (che non saprei scrivere). Come si vedrà, un dramma Noh ha certe peculiarità alle quali ho cercato di rimanere fedele, nei limiti del possibile. Però ho potuto rimanere fedele più alla sostanza che alla forma. I personaggi non porteranno maschera e saranno vestiti con abiti moderni. Il coro non canterà ma parlerà, la musica … be’ la musica sarà parte di un esercizio facoltativo. Sia chiaro che questa mia composizione non ha troppe pretese artistiche. Il solo scopo è quello di illustrare, con un esempio modernizzato e occidentalizzato al minimo, come una storia nota verrebbe, non raccontata, ma trasformata in un dramma Noh. Il dramma Noh di solito non si riferisce a vicende, reali o letterarie, ignote agli spettatori, ma elabora vicende più o meno note. La storia che ho scelto è quella raccontata nel film “The Cure”, di Peter Horton (1995), film su cui ho scritto altrove in questo stesso sito (si veda nella sezione “Racconti” il post “MELPOMENE SUL MISSISSIPPI”). Poiché non tutti probabilmente conoscono o ricordano questo film, ho messo gli opportuni riferimenti e il copione stesso, tradotto da me in italiano, in appendice.

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