1 Novembre

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit: “Dite tranquillamente la verità. Passerà inosservata tra milioni di bugie”.

1457, martedì. Morte del Doge Francesco Foscari, deposto il 23 ottobre. Tanto nel dramma di George Gordon Byron, quanto nell’opera “I due Foscari” di Giuseppe Verdi, libretto di Francesco Maria Piave, la morte avviene il giorno stesso della deposizione, mentre suonano le campane che annunciano l’elezione del suo successore. Nell’opera di Verdi l’ultima parola è appunto lasciata alle campane di San Marco. La tragedia di Byron invece conclude riportando il fatto, storicamente accertato (Cronaca Dolfin) che la moglie di Francesco Foscari, Marina Nani, voleva di rifiutare il funerale di Stato, dicendo che avrebbe preferito pagare con la sua dote.
(”The Two Foscari”, 1821, dramma in 5 atti, 159 pagine). (“I due Foscari”, 1844, opera in 3 atti).


Tradizione spagnola di dare pane a tutti, il “Pan de todos Santos”, ricordata nel racconto picaresco “Rinconete e Cortadillo”. Come tutti i romanzi/racconti picareschi , anche questo manca di una vera e propria trama. È quindi più un documentario che altro. Però è un gran bel documentario, soprattutto nella parte in cui è descritta l’allegra compagnia del signor Monipodio a Siviglia. Fa parte della raccolta di “Novelle esemplari” di Miguel Cervantes Saavedra, dodici novelle di diseguale qualità. Le più interessanti, a parer mio, sono appunto “Rinconete e Cortadillo”, il Colloquio dei Cani (altro racconto picaresco, il cui protagonista, però, è uno dei due cani – le avventure dell’altro le aspettiamo ancora adesso), e “El licenciado Vidriera”, che, avvelenato da un filtro amoroso, impazzisce e rimane vittima di una strana ossessione. Il suo racconto rimane una brillante collezione di “agudezas”, sullo stampo del Bertoldo, ma dette da un dottore. “I buoni poeti sono gli interpreti degli dei, quelli cattivi rappresentano l’idiozia e l’arroganza del mondo”. (“Novelas Ejemplares”, 1613, circa 500 pagine, 180000 parole)
I due cani si chiamano Scipione (Cipion) e Berganza, il narratore. Le avventure di Berganza furono continuate da E.T.A. Hoffmann, il quale incontrò il filosofico cane, che però questa volta era solo.
(“Nachricht der Neuesten Schicksalen des Hundes Berganza – Notizie sulle più recenti vicende del Cane Berganza”, 1814-15, 80 pagine).


1755, sabato. Terremoto di Lisbona, altro soggetto di vari scritti, saggi (a proposito e a sproposito), episodi di romanzi. In particolare, Candido, protagonista dell’omonimo romanzo di Voltaire, capita a Lisbona proprio all’inizio del terremoto. Candido fu un’opera di successo ai suoi tempi e probabilmente resta tuttora la più letta delle opere di Voltaire, il che però non è più dire molto. Opera brillante e rappresentativa del pensiero dell’Illuminismo.
(“Candide, ou l’Optimisme”, comparso anonimo nel 1759, 144 pagine ).


Fine Ottocento. L’Arcobaleno dovrebbe partire da Genova per Filadelfia. Da “Il tenente dei lancieri”, di Girolamo Rovetta. E Giacomo Trebeschi dovrebbe partire con quella nave per andare a mettere la testa a posto. Leggendo questo romanzo, che più Ottocento non si può, con tutti i più vieti ingredienti, non si può tuttavia far a meno di domandarsi come andrà a finire.
(“Il tenente dei lancieri”, 1896, 230 Kbytes).