4 Novembre

Sezione: non-accadde/

DE & S dixerunt:”Non esistono domande stupide. Solo risposte sprezzanti”.

4 novembre

1788, martedì. Manifesto di Nantes, che viene nominato all’inizio del primo capitolo del romanzo “Scaramouche” dello scrittore anglo-italiano Rafael Sabatini. Il protagonista Andrè-Louis Moreau spiega all’idealistico amico Philippe de Vilmorin (ahimè, votato a un triste e celere destino come tutti gli idealisti, soprattutto nei romanzi) che la rivoluzione non sarà altro che una sostituzione di classi al potere e non c’è alcuna garanzia che la situazione migliorerà per il popolo. Leggendo il manifesto, Moreau ha compreso come la classe anelante al potere sia la borghesia, che, per raggiungere il suo scopo, si serve del popolo. Segue il romanzone, che ebbe notevole successo di pubblico e conobbe più d’una fortunata edizione cinematografica. Scaramouche (nome di una maschera Italiana immortalata da Tiberio Fiorilli nella seconda metà del Seicento) è una delle trasformazioni di Moreau, avvocato che da cinico diviene idealista anche lui, ma è preservato dall’immancabile triste destino, visto che è il protagonista della storia. L’incipit del romanzo è oggi sulla lapide dell’autore. “Era nato con il dono della risata e la sensazione che il mondo fosse pazzo - He was born with a gift of laughter and a sense that the world was mad.”
(“Scaramouche” originale in inglese, 1921, 724 Kbytes).


Anni 1860-1870 circa. Sera in cui si svolge il romanzo “Attraverso lo specchio – e ciò che Alice vi trovò”, di Lewis Carroll (pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson), sei mesi dopo il viaggio di Alice nel paese delle meraviglie (vedi 4 maggio). E’ la vigilia della “notte di Guy Fawkes”, in cui ancor oggi si ricorda con falò ed altre tradizioni la cosiddetta “congiura delle polveri”, 5 novembre 1605. Per la storia, un gruppo di Cattolici aveva in mente di far saltare in aria l’intero Parlamento con parlamentari e tutto – idea non infrequente ovunque ci sia un Parlamento, ma – che io sappia - mai realizzata appuntino. La congiura, scoperta, fu motivo di un grave inasprimento delle misure anti-cattoliche in Inghilterra, con tanto di inquisizione, spie, efferate torture, martiri, tutte cose che gli Inglesi preferiscono dimenticare. Di tutto questo si parla poco nel libro (“Do you know what to-morrow is, Kitty?” - “Sai che giorno è domani, Kitty?”), che è la continuazione, se possibile ancora più cervellotica, di “Alice nel paese delle meraviglie”, che già da questo lato scherza poco. Il libro prende lo spunto dal problema che Alice si pone, cioè “Come è il mondo dall’altra parte dello specchio?”. La risposta è che esso è abitato da una folla di strambi personaggi in parte provenienti da filastrocche per bambini, e vi si svolgono strane vicende, vagamente assimilabili ad una partita a scacchi. In effetti in alcune edizioni del libro l’indice è presentato come un problema di scacchi in cui il pedone bianco (Alice) deve diventare regina. Ma il problema è un caratteristico “nonsense” e la soluzione indicata dall’autore è impossibile. Tutto ciò rende questo libro, come il suo predecessore, tutto, meno che un libro per l’infanzia. E’ tuttavia interessante leggerlo come esempio di “nonsense” inglese, il picco essendo probabilmente la “Jabberwocky Walk”, interessante sfida per i traduttori. Non che il resto del libro sia facile da tradurre. (“Through the Looking-Glass and What Alice Found There”, 1871, circa 100 pagine)