23 Gennaio

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit: “La speculazione in borsa è basata sulla ben nota propensione umana per le cattive azioni”


23 gennaio

1656, domenica. Data della prima delle diciotto (più un frammento) lettere “Provinciali” di Blaise Pascal, scritte da un immaginario Louis de Montalte a vari interlocutori in difesa del Giansenismo. Procedendo di lettera in lettera il bersaglio progressivamente divengono soprattutto i Gesuiti, i quali non riuscirono a replicare con successo a questi attacchi, condotti da un genio, per di più sinceramente credente e sostenuto dai begli spiriti parigini, che invece non credevano in niente. Abbordare la lettura di queste lettere richiede tuttavia un certo coraggio, perché i problemi che preoccupavano Pascal sembrano oggi ben lontani dall’interesse degli intellettuali, il linguaggio tecnico è incomprensibile, il retroscena storico è dimenticato. Dal punto di vista della forma, la lettura di una delle lettere, in cui si trovano gemme come “Avrei voluto produrre uno scritto più breve, ma non ne ho avuto il tempo”, rivelerà uno stile elegantemente polemico che fu per molto tempo insuperato. Ma forse il lettore attento e informato concluderà che la Chiesa ebbe ragione a condannare questi scritti; che Pascal, se veramente voleva fare gli interessi della fede Cattolica, avrebbe fatto meglio a non scriverli; e che le posizioni dei Gesuiti, combattute da Pascal, erano più moderne ed avanzate delle sue. La sentenza del tempo è chiara: il Giansenismo non c’è più. Da ultimo, il lettore potrebbe addirittura chiedersi se il problema di partenza, che divideva i Giansenisti dai Gesuiti, come agisca la Grazia sull’uomo libero, sia davvero così irrilevante come oggi potrebbe sembrare.
(“Les lettres provinciales ou Lettres écrites par Louis de Montalt à un Provincial de ses amis et aux R.R. Pères Jesuites”, 1656-1657, 985 Kbytes, 400 pagine).