26 Gennaio

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit: “Il Buddha arrivò all’illuminazione quando ebbe l’assoluta certezza dell’impossibilità di raggiungerla.”


26 gennaio

(Anno non precisato). Ultima pagina del diario di Gerardo Eliassön, parte di una lunghissima e un po’ troppo didattica lettera da Venezia alla fidanzata Margherita Brandt. Gerardo Eliassön è il protagonista del romanzo storico “Il chiostro e il focolare”, capolavoro di Charles Reade. La vicenda di questi Promessi Sposi olandesi si svolge alla fine del XV secolo e sembra quasi un’amplificazione delle avventure e dei temi di Renzo e Lucia. Ad esempio, Renzo va da Milano a Bergamo e Gerardo va dai Paesi Bassi a Roma: tutto così, moltiplicato per dieci. I due Olandesi sono separati dalla sorte, che si serve anche di uomini malvagi, e di istituzioni che il Reade considera malsane, quale il celibato ecclesiastico della Chiesa Cattolica. Il protagonista è un po’ anacronistico nelle sue idee proto-protestanti sui Santi, sulla giustificazione attraverso la fede eccetera. Il frutto di questo amore sarà un figlio, Gerardo anche lui, destinato ad essere un grande, più noto sotto altro nome, della cui infanzia e ascendenza effettivamente si sa poco (invece, che sappiamo di Maria Tramaglino?). Vedi comunque 9 giugno.
(“The Cloister and the Hearth”, 1861, 1.5 Mbytes)
Lo scopo del romanzo storico, per Reade, non è quello romantico di dare il quadro di un secolo attraverso la memoria di “fatti memorabili, se ben capitorno a genti meccaniche e di piccolo affare”, come diceva il Manzoni, ma di gettare luce sulle “grandi imprese, grandi parole, nobili azioni” compiute da gente oscura, che sarebbe destinata a rimanere sconosciuta. “Il chiostro e il focolare” è un bel romanzo storico d’avventure, decisamente migliore di molti romanzi pseudo-storici in circolazione adesso.
Ma appunto, che sappiamo di Maria Tramaglino? Il problema dei figli di Lorenzo Tramaglino e Lucia Mondella se lo pose Antonio Balbiani, che scrisse un libro di quasi 500 pagine sul soggetto. Si tratta di una curiosità per i curiosi, non precisamente fortunata, come moltissime continuazioni delle grandi opere (non parliamo delle continuazioni della Divina Commedia). Il Balbiani dilatò in undici capitoli, più di duecento pagine, il capitolo XXXVIII dei Promessi Sposi prima di entrare nel vivo della storia. Aggiunse anche molti aneddoti retrospettivi e lunghi racconti, facendo riemergere dal passato quasi tutti i personaggi sopravvissuti dal romanzo originale: si sente un certo sollievo a pensare che la peste ne aveva sfoltite le file. L’autore fece diligenti ricerche, non senza attingere a piene mani al libro di Cesare Cantù, “La Lombardia nel secolo XVII”, che consiglio senza riserve al lettore dei Promessi Sposi che voglia ampliare le sue conoscenze storiche sul periodo, con una condanna senza appello del dominio spagnolo, che, esoso e ottuso, avrebbe rovinato una città fiorentissima. Dunque Renzo e Lucia si sposano nell’agosto 1631, Maria Tramaglino nasce nel giugno del 1632. Ha come fratelli Cristoforo, Nicola (“dal nome del padre di Renzo”), Agnese (già prevista nel romanzo “Fermo e Lucia”), e…Abbondio (che finisce in seminario. Con un nome così, non aveva scampo). Inoltre Balbiani decide d’autorità un tormentoso enigma: il sarto aveva due bambinette e un fanciullo (capitolo XXIV dei Promessi Sposi) o una bambina e due ragazzi (capitolo XXIX )? Risposta: aveva due figli maschi (Giacomo e Gaetano) e una femmina (Caterina). Dopo arrivò anche una Giovanna, tanto per accontentare tutti.
(“I figli di Renzo Tramaglino e di Lucia Mondella”, 1872-73, circa 500 pagine).
(“La Lombardia nel secolo XVII”, 1854, 345 pagine).