13 Febbraio

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit “Il progresso avanza sempre più impetuosamente. Motus in fine velocior?”


13 febbraio
1586, giovedì, data su una falsa ricevuta di un falso deposito fatto da don Juan Osorio, falso nome di Guzman de Alfarache, per compiere una elaborata truffa ai danni del banchiere Girolamo Plati a Milano. Dalla Parte II del “ Guzman de Alfarache”, di Mateo Alemán, romanzo picaresco spagnolo dei più noti, in cui, tanto per cambiare, preti e frati sono abbastanza risparmiati. Gli osti meno. Una novità rispetto al Lazarillo (vedi 28 agosto) e a Cortadillo e Rinconete (vedi 1 novembre) è che i compagni di viaggio si raccontano lunghe storie, e si fanno lunghe prediche morali, le quali ultime gli editori impietositi ogni tanto eliminano. (“Guzmán de Alfarache”, in due parti: parte I, 1599; parte II, 1604; insieme circa 800 pagine).
Il nome del banchiere ed il testo completo della ricevuta, inclusa la data, non li ho trovati nelle edizioni spagnole da me consultate. Li ho però trovati nella traduzione francese del Lesage (1740), Tomo II, Libro V, Capo II, e, ad esempio, nella traduzione inglese di John Brady, capo XLI, il quale però non traduceva Alemán, ma Lesage.


1682, venerdì, data che compare sulla medaglia che ogni Rennepont possiede. Il 13 febbraio 1682 è la data del testamento di Marius di Rennepont, ne “l’Ebreo errante”, di Eugenio Sue. Gli eredi si dovranno ritrovare per l’apertura del testamento il 13 febbraio 1832, lunedì, in rue Saint-François n.3, in prima convocazione. Chi spera di trovare in questo libro le peregrinazioni dell’ebreo errante, per l’occasione corredato di una sorella Erodiade, ha sbagliato indirizzo. L’ebreo errante e sua sorella qui vegliano perché l’eredità dei loro discendenti Rennepont non finisca ai gesuiti. Il 13 febbraio è un po’ la data chiave del romanzo, che di per sé è un feuilleton non dei migliori, ma ebbe la sua influenza, anche politica e soprattutto anticattolica, in Francia. La trama è occasionalmente avvincente, ma alquanto balorda; il furore antigesuitico del libro è quasi caricaturale, ma fu efficace nelle lotte politiche del tempo; l’opinione sugli Ebrei è ambigua; gli spunti di storia della religione sono grossolani; infine, l’enorme eredità non sembra portare fortuna ai Rennepont. Quel che il libro voleva dire lo ha detto, oggi è un documento troppo lungo di un passato fazioso.
(“Le Juif Errant”, 1844-45, 3.11 Mbytes, 800 pagine).

1866, martedì grasso. A mezzanotte incomincia il romanzo “La trovatella di Milano”, di Carolina Invernizio, la regina del “romanzo d’appendice”. Lei però lo chiamava “romanzo storico-sociale”. I suoi romanzi (più di cento) non erano granché, ma non erano molto peggiori di quelli francesi di Gyp (vedi 23 ottobre ) o, cinquant’anni prima, de Kock (vedi 11 aprile): linguaggio semplice, intrecci complicati, storie al limite dell’inverosimile, tinte forti. La critica fu feroce, ma i lettori furono moltissimi, anche se non precisamente nelle classi intellettuali. Erano soprattutto lettrici, cosa che la scrittrice riconosceva con frasi come: “Forse nessuna delle mie lettrici…”, eccetera. Almeno un suo romanzo va letto, per conoscere il genere e aiutarci a comprendere il mondo (persone e tempi) a cui era diretto. “La trovatella di Milano “ non è un lungo romanzo, si legge facilmente, ha un intreccio interessante e non del tutto implausibile, almeno per i tempi in cui si svolge.
(“La trovatella di Milano”, 1889, 155 Kbytes).

189*, sabato (quindi o 1892 o 1897), prima data che compare nel diario frammentario del grande Meaulnes, penultima parte del romanzo “Il grande Meaulnes” o anche, in italiano, “Il grande amico”, unica opera di un ragazzo prodigio francese, Alain-Fournier (Henri-Alban Fournier), morto in guerra nel 1914 a ventisette anni. Capolavoro da leggersi a tutti i costi.
(“Le Grand Meaulnes”, 1913, circa 280 pagine).
Tra i gioielli di questo libro c’è il racconto de “la strana festa”. Non credo che molti scrittori siano mai stati in grado di ricreare l’atmosfera d’avventura e di meraviglia del racconto di Meaulnes, il quale si trova in quel breve periodo in cui è già un uomo, ma è ancora un ragazzo.