23 Febbraio

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit: “Se ne avessi voglia, potrei creare il Movimento dei Pigri.”


23 febbraio

1848, mercoledì, prima delle tre giornate della Rivoluzione di Febbraio in Francia. Fjodor Dostojevskij, ne “I fratelli Karamazov”, menziona i tre giorni della rivoluzione di febbraio a cui avebbe partecipato addirittura combattendo sulle barricate Pjotr Aleksandrovic Miusov, che si prese cura del primo dei fratelli, Mitya/Dmitri (Libro I, Capo II). C’è poco da dire, questa ultima opera di Dostojevskij resta una delle mete inevitabili per l’escursionista letterario. Inoltre il libro racchiude un classico nel classico, cioè un capitolo in cui l’autore esprime in modo abbastanza complesso la propria filosofia sul conflitto fra felicità e libertà, una sorta di chiave per la comprensione dei suoi precedenti romanzi. Si tratta del Capo V, Libro V, Parte II, intitolato “Il grande inquisitore”, argomento di un poema che Ivan Karamazov avrebbe voluto scrivere. La “leyenda negra” col suo abituale fare d’ogni erba un fascio è però qui solo un pretesto, e molti critici pensano che questa sia la parte più alta del romanzo. Probabilmente hanno ragione, come si può desumere dal fatto che gran parte dei lettori, dopo essersi lambiccati il cervello sul complicato commento dei capitoli IV dei Vangeli di Matteo e Luca, abbandonano serenamente la lettura di questo capitolo come non importante nell’economia del romanzo.
(“Brat’ja Karamazovy”, pubblicato a puntate dal 1879, 1.90 Mbytes)


1828, sabato, esecuzione (vera) del venticinquenne Antoine Berthet, la cui storia ispirò il romanzo “Il rosso e il nero” di Henri Beyle (Stendhal), suo secondo romanzo e, probabilmente, il primo romanzo psicologico della storia. I colori sono quelli delle uniformi dell’esercito e delle tonache del clero, due poteri dominanti che, secondo l’autore, dovranno scomparire.
(“Le Rouge et le Noir – Chronique du XIX siècle”, 1830 in 2 volumi, 1003 Kbytes).