2 Marzo

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit: “Ci sentiamo tanto perfetti che cerchiamo sempre, anche inconsapevolmente, di cambiare gli altri.”


2 marzo 1598, nuovo stile. Incomincia il “Boris Godunov”, di Aleksandr Pushkin. La tragedia racconta il regno di Boris Godunov (1598-1505), contro cui si solleva il “falso Dimitri”, che per Pushkin è senz’altro un monaco impostore, Grishka, cioè Gregorio, Otrjepjev (in effetti, ci furono almeno tre “falsi Dimitri”, uno più falso dell’altro). Boris Godunov storicamente fu uno dei migliori e più illuminati czar, ma era sospettoso e crudele. Pushkin ne fece una sorta di Macbeth - era probabilmente il solo autore che potesse permettersi di farlo. La potente tragedia ha proporzioni epiche, con 25 scene, 28 personaggi e svariati gruppi di uomini, donne, soldati, monaci, ragazzi, che fanno da coro.
(Titolo alternativo: “Racconto drammatico - commedia della disgrazia dello stato Muscovita, dello Czar Boris e di Grishka Otrjepjev”. Fu scritto nel 1825 e pubblicato nel 1831; prima rappresentazione, censurata, nel 1866; prima rappresentazione integrale nel … 2007; 25 scene in versi liberi).
Modest Mussorgski scrisse su proprio libretto l’opera omonima considerata il suo capolavoro, accontentandosi di 15 personaggi, un prologo, quattro atti, nove scene. L’autore aveva preparato una prima versione già nel 1869, ma questa non fu permessa. Una seconda versione riveduta e corretta ebbe la prima rappresentazione nel 1874.


1718, domenica. Tristram Shandy viene concepito nella notte tra la prima domenica ed il primo lunedì di marzo 1718, come afferma Tristram stesso all’inizio libro “Vita e Opinioni di Tristam Shandy”, di Laurence Sterne, classico dell’umorismo inglese del Settecento. Va notato che il Regno Unito a quel tempo non aveva ancora adottato il calendario gregoriano. Se il Manoscritto trovato a Saragozza, di Potocki (vedi 20 febbraio), è il non plus ultra dei “romanzi a cassetti”, con racconti incastonati l’uno nell’altro, Tristram Shandy è il non plus ultra delle divagazioni. La prima edizione, incompiuta, in nove volumi, raccontava la vita di Tristram, ma se la prendeva assai comoda. Insomma, il Tristram Shandy è un vero classico, nel senso che è riservato a lettori volonterosi, facili agli entusiasmi duraturi. Beati loro. È peraltro istruttivo fantasticare su come Sterne (o - se si preferisce – Potocki) avrebbe scritto uno dei thrillers che vanno oggi per la maggiore.
(“The Life and Opinions of Tristram Shandy”; 1760-1767 incompiuto, nove volumi dalle pagine brevissime, di meno di cento parole l’una; 1.14 Mbyte)
A questo romanzo si rifà esplicitamente con alcune citazioni un altro celebre romanzo del Settecento, “Giacomo il fatalista e il suo padrone”, di Denis Diderot (vedi 11 maggio).
D’altra parte, c’era anche chi sosteneva che lo spunto per il Tristram Shandy fosse venuto a Sterne da un poema italiano oggi dimenticato (vedi 7 novembre).