7 Maggio

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit: “Al vecchio si perdona solo d’esser ricco, a patto che muoia presto.”


7 maggio

1429, sabato. Presa di Orleans da parte di Giovanna d’Arco. Tra i molti autori che trattarono il fatto, il più grande è certo Shakespeare, nella sua Prima parte dell’Enrico VI, che pure non è la migliore delle sue tragedie, né la migliore delle quattro parti dell’Enrico VI.
(The First Part of King Henry the Sixth, 1588-1590, 143 Kbytes).
Il successo delle armi francesi condotte da una diciassettenne aveva però già commosso una poetessa francese contemporanea, nata probabilmente a Venezia, Christine de Pizan (Pisani?), che nel suo breve poema, l’Inno per Giovanna d’Arco, riesce a rendere lo stupore della Francia e dell’Europa di fronte a questa vicenda straordinaria (”Ma tutto ciò fa Dio, che la guida - Mais tout ce fait Dieu qui la mienne”), oggi quasi dimenticata, se non addirittura banalizzata. Il poema fu completato il 31 luglio 1429, e Cristina morì probabilmente nel 1431, nello stesso anno della sua eroina.
(“Ditié de Jehanne d’Arc”, 1429, 61 ottave di novenari, firmato e datato dall’autrice).

1664, mercoledì. Inaugurazione (la prima) della Reggia di Versailles, festa il cui programma è descritto nel fascicolo “I piaceri dell’isola incantata”, attribuito a Molière. Vi fanno diretto riferimento i versi cantati da un personaggio allegorico nelle vesti dell’autunno:
Primavera che vanta i suoi splendidi fiori
che sono suo retaggio
dice che questa festa è tutta a suo vantaggio
e vuole abbagliarci con tutti i suoi colori.
La sontuosa festa durò diversi giorni. L’ispirazione proveniva dall’Orlando Furioso (canti VI e VII) , palazzo della maga Alcina. Il Re Sole era nella parte di Ruggero. I testi furono scritti da Molière che vi rappresentò anche una sua nuova commedia (“La principessa di Elide”).
(“Les plaisirs de l’île enchantée”, 1664, una ventina di pagine).
(“La princesse d’Élide”, 8 maggio 1664, cinque atti).
Molière presentò anche il “Tartufo”, che piacque al re, ma ne fu disapprovata, perché la satira del devoto ipocrita rischiava di mettere in burla anche la vera devozione. Il re Sole non mancava di buon senso. E poi aveva anche altre ragioni.
(“Le Tartuffe ou l’Imposteur”, 12 maggio 1664, cinque atti in versi alessandrini – davanti al re furono presentati tre atti).

1901 - Data in cui si svolge il primo atto del dramma nel dramma “La nostra cittadina”, il capolavoro di Thornton Wilder. Il secondo atto ha luogo il 7 luglio 1904. Il terzo nel 1913, con una scena il giorno 11 febbraio 1899, dodicesimo compleanno di Emily. Il dramma-contenitore si svolge “oggi”. La vita ordinaria in una anonima cittadina del New Hampshire osservata da diversi punti di vista, avanti e indietro nel tempo è lo spunto per riflettere sul significato della vita, che chi vive di solito non afferra: “Così, tutto questo succedeva e non ce ne siamo mai accorti”, dice Emily alla fine del dramma. Un po’ luttuoso, un po’ incoerente (come altre opere di Thornton Wilder), ma non si farà male a leggerlo.
(“Our Town”, prima rappresentazione nel 1938, 3 atti).
La cittadina di Grover’s Corner, per quanto immaginaria, ha coordinate geografiche ben precise – chissà perché – che corrispondono (quasi) a Rockport, Massachusetts. Utile a sapersi.