Come annunciato nel post:”In ricordo del terremoto dell’Aquila”, pongo in rete, senza alcuna revisione (a parte un apostrofo), il secondo dei miei interventi, che commenta la sentenza di Corte d’Appello dell’Aquila. Lo scopo è primariamente quello di illustrare la seconda tappa del mio percorso intellettuale - da dilettante - alla scoperta delle Legge. Ne traspare la mia soddisfazione proveniente da due parti. In primo luogo dal fatto che nel mio primo lavoro, pur con tutte le mie ingenuità e imprecisioni, avevo sostanzialmente previsto l’inevitabile conclusione del processo; in secondo luogo dal fatto che il Presidente della Corte d’Appello dell’Aquila avesse dimostrato un coraggio notevole, nell’andare contro una sentenza demagogica che aveva sollevato il plauso dei cittadini dell’Aquila, e scagionando gli scienziati coinvolti, tra cui il caso che più mi stava a cuore. Ho notato che, nei resoconti successivi, di questa sentenza si tiene poco conto. Ad esempio, Wikipedia, nel suo articolo “Terremoto dell’Aquila del 2009” (https://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_dell’Aquila_del_2009) ha ancora oggi (12 maggio 2019) una sezione intitolata:”Il processo alla Commissione Grandi Rischi”, ignorando il fatto forse cruciale che emerge dal mio testo qui accluso, cioè che la Corte di Appello ha sentenziato che la riunione del 31 marzo 2009 era tutto meno che una riunione della CGR.