L'ignoranza della legge - incontro via Skype

Date: 1 Apr 2020 - Sezione: legge/

Siamo in periodo di grave epidemia (coronavirus), proprio adesso che avremmo voluto ritrovarci a Moncalvo e trascorrere colà una quarta serata, riprendendo un punto interessante, in cui talora l’onesto (e ignaro) cittadino si imbatte, cioè il vecchio brocardo “Ignorantia legis non excusat” (al quale un bello spirito aggiunse: “Sed perfecta scientia legis aliquando excusat”). Il problema è che adesso siamo tutti bloccati nelle nostre case, Testainaria a Milano e Balanzone a Torino. Peggiore è il caso di Macrobio, che è ricoverato in ospedale. Gli facciamo i nostri auguri, sperando che la prossima conversazione possa aver ancora luogo in tre a Moncalvo o in altra gradevole cittadina collinare. Siamo così rimasti in due. Ma, stanchi di sentir parlare del virus che dilaga, e ancora più stanchi di vedere film alla TV, abbiamo deciso di fare comunque la nostra conversazione via Skype. Devo dire che la presente serata, in mancanza di Macrobio, che faceva della divagazione una forma d’arte, è dominata da Balanzone ed è assai più dotta e tecnica delle precedenti. Essa va dritta al punto, e a Testainaria non resta che inchinarsi. Con tutto ciò la questione è sviscerata a fondo e la sentenza rilevante della Corte costituzionale (o Consulta) è citata ad litteram. Nell’insieme, però il discorso è comprensibile anche a un laico. Forza, dunque, coraggioso lettore. Lascia futili film di azione o, peggio, di fantascienza, e tuffati nel mondo del diritto, anche se per ora ti dovrai accontentare di restare presso la riva, dove ancora si tocca. Bada solo di non prendere capocciate sul fondo.


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