Sardonicus dixit: “Quante gentilezze si potrebbero fare se non ci fosse il timore di essere fraintesi!”
25 gennaio
36 dC(?). Data in cui la Chiesa Cattolica celebra la conversione di San Paolo, evento ricordato negli Atti degli Apostoli, in non meno di tre punti (Atti 9, 22, 26) , e, di sfuggita, in due lettere di San Paolo stesso (1 Corinzi, Galati). Non saranno best-sellers nel senso in cui li intendiamo oggi, ma calcolo che ogni giorno qualche brano di San Paolo sia letto ai fedeli, magari distratti, in migliaia di chiese cristiane. Inoltre, l’importanza non solo letteraria e religiosa, ma culturale e storica, ad esempio, della lettera ai Romani, con il problema della giustificazione, della fede e della grazia, non può essere ignorata, appunto, da una persona colta: è una montagna che sovrasta le vicine, di difficile salita, su cui si sono cimentati alcuni dei maggiori ingegni degli ultimi 2000 anni. Non si può fingere di non vederla solo perché fa parte del panorama.
(“Lettere”, tra il 51 e il 64-65, XIII lettere, di cui almeno sette non disputate).