Sardonicus (et DE) dixerunt: “Nessuno può resistere a un bimbo che strilla, un telefono che squilla, un burocrate che cavilla.”
27 gennaio
1302, sabato.
Se mai continga che il poema sacro
al quale ha posto mano e cielo e terra
e che m’ha fatto per più anni macro
vinca la crudeltà che fuor mi serra…
(Divina Commedia, Paradiso, Canto XXV, versi 1-4)
Questa “crudeltà”, che non fu vinta, ed a cui noi dobbiamo il Poema Sacro mentre Dante le deve gran parte della sua gloria immortale, fu anzitutto esplicitata con la sentenza di sabato 27 gennaio 1302, riportata nel “libro del chiodo”, con cui Dante fu condannato a due anni di esilio e ad una multa. La condanna doveva presto aggravarsi. Vedi 7 aprile.