23 Maggio

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit:”La vecchiaia inizia quando non avete più confidenze da fare, ma solo ricordi da raccontare.”


23 maggio
Nella notte tra il 23 ed il 24 maggio (mercoledì-giovedì) 1240 si conclude la vicenda del duca Skule Baardsson, pretendente alla corona di Norvegia (quadri secondo e terzo dell’atto quinto della tragedia “I pretendenti alla corona” di Henrik , di Ibsen, ). Si tratta di due scene notturne, entrambe illuminate dalla luna. Penso che si tratti della stessa notte, perché la prima scena si svolge nei pressi Nidaros e la seconda al convento di Helgesater, che era connesso mediante un ponte alla cattedrale di Nidaros (oggi Trondheim). Alla fine Skule muore, e sappiamo che la data della morte è il 24 maggio. È questo uno dei drammi giovanili di Ibsen, del periodo in cui l’autore si dedicava ad argomenti storici. Sono drammi in cui già si rivela un grande autore. La diabolica figura del vescovo Nikolas è difficile da dimenticare. In punto di morte, nell’atto quarto, egli si chiede se ricevendo il Viatico venga anche perdonato per i peccati che commetterà dopo la morte. Per il cattolico (quale era ovviamente il vescovo Nikolas) il problema in realtà non esiste. Alla stessa soluzione arriva comunque anche il luterano Ibsen nell’atto quinto della sua tragedia.
Un secondo concetto, che emerge nel dramma e viene sottolineato nell’ultima battuta di re Haakon, è quello, disperante, del “figliastro di Dio”.
Re Skule: E quale chiameresti uno scettico malato? Jatgeir: Colui che dubita financo del proprio dubbio.
Re Skule: Ciò è come la morte.
Jatgeir: È ancora peggio della morte: è l’inizio del buio eterno. Dell’assoluta cecità.
Due grandi concetti per un’opera giovanile non sono poco.
(“Kongsemnerne”, 1863, cinque atti brevi, circa 100 pagine)
Il lettore di cose cinesi vedrà riflesso nel dramma Kongsemnerne il concetto del “mandato del cielo”, che pervade la storia della Cina, e riconoscerà forse un parallelo tra Skule e Haakon da un lato, e Xiang yu e Liu Bang dall’altro. Noterà infine che anche il Grande Storico (cioè Sima Qian, vedi 10 settembre) elencò Xiang Yu tra gli imperatori anche se strettamente parlando non lo fu.