Sardonicus dixit:”Eccessive possibilità di scelta limitano la possibilità di decidere senza rimpianti..”
A partire da oggi, ogni settimana metterò online un oracolo di Renatus Nostradamus (costruito come indicato al sito http://dainoequinoziale.it/altro/2017/08/25/nostradamus3.html). Si tratta cioè di versi presi da Nostradamus senza ritocchi….solo riorganizzati. Conto che ci penserà un esperto di Nostradamus a trovarne il senso. Sia chiaro che, in linea di principio, l’oracolo vale solo per una settimana, in questo caso dal 28 agosto al 3 settembre 2017, data del prossimo Oracolo. La versione francese fa testo.
SOUS UN LA PAIX PAR TOUT SERA CLAMÉE
LE CIEL OBSCUR TOUT A COUP EN FLANDRES
PAR REFUS VILLE, TERRE & MER ENTAMÉE
LEUR GENS À ÉGLISE COMMETTRONT LES ESCLANDRES.
Sotto uno la pace dovunque sarà reclamata,
Il cielo oscuro d’un tratto in Fiandra
Per rifiuto città, terra e mare contaminati,
Le genti di Chiesa commetteranno scandali.
Under one man peace will be proclaimed everywhere,
The sky very suddenly dark in Flanders:
Because of a refusal, town, land and see will be broached.
Then Church people will commit scandals.
28 agosto
“…. e (questa casa, presso Xandù) fecela far il gran Can per sua dilettazione, ….e vi abita tre mesi dell’anno, cioè giugno, luglio e agosto, e ogn’anno, alli ventotto della luna del detto mese d’agosto, si suol partire e andare ad altro luogo, per far certi sacrificii…” (capo LV de Il Milione, di Marco Polo. Vedi 1 settembre)
Uno dei primi ad aggiungere un seguito all’opera di Richard Hakluyt (vedi 1 dicembre) fu Samuel Purchas, che scrisse diversi volumi di viaggi. Riportò quelli di Marco Polo nel suo libro “Il Pellegrinaggio di Purchas”. Nell’estate del 1797 il poeta Samuel Taylor Coleridge era convalescente in una casa di campagna nelle vicinanze di Exmoor (Inghilterra). Poiché soffriva di dolori intestinali aveva preso un calmante a base di oppio. A questo punto entrò in una specie di sogno ad occhi aperti, basato sul capitolo LV del Milione, riportato da Purchas. Ne nacque un poemetto, che ogni Inglese conosce(va), “Kubla Khan”, il cui incipit è: “ In Xanadu did Kubla Khan - A stately pleasure-dome decree: …”, da paragonarsi con le parole di Purchas: “In Xamdu did Cublai Can build a stately palace…” (Libro IV, capo 13), e con quelle di Marco Polo: “Cublai Can… quivi (= in Xandù) fece fare un palagio di maravigliosa bellezza e artificio”. Sfortunatamente, quando il Coleridge ne ebbe scritto una cinquantina di versi, arrivò un tizio dal vicino villaggio di Porlock, che doveva parlare con lui di affari. Finita la conversazione, non ci fu più verso: la Musa se n’era andata chiudendo la porta ed il poeta, per quanti sforzi facesse, non ritrovò più l’ispirazione. L’anonimo “Uomo di Porlock” ha così la responsabilità di avere interrotto l’ispirazione ed il merito di aver infinitamente aumentato l’interesse del poemetto.
(“Purchas his Pilgrimage: or Relations of the World and the Religions observed in all Ages”, 1613, 974 pagine).
(“Kubla Khan; or, a Vision in a Dream. Fragment”, scritto nel 1797, pubblicato nel 1816, 54 versi).
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1510, mercoledì. Battaglia di Las Gelves (veramente ci furono due battaglie a Las Gelves, ma i commentatori sembrano esser d’accordo su questa). Vi muore il padre di Lazarillo de Tormes, eroe dell’omonimo romanzo, di anonimo, il padre dei romanzi picareschi, e, anzi, padre del romanzo spagnolo. Lazarillo è servitorello di una successione di diverse persone di levatura sociale più o meno crescente nel corso del racconto, molti dei quali vivono di espedienti, ed ha esperienza degli strati medio-bassi della società spagnola della metà del ‘500. Personalmente preferirei che l’ultimo capitolo, o “trattato”, non fosse stato scritto, perché avrei ricordato con maggior piacere uno sveglio ed ingenuo osservatore della società del suo tempo, piuttosto che il “prodotto finito” – in tutti i sensi - di queste esperienze.
(“La vida de Lazarillo de Tormes y de sus fortunas y adversidades”, 1554, un prologo e sette brevi - trattati. Si legge in una sera, volendo).
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1688, sabato. In questo giorno, il sesto della grande festa data a Chantilly da Monsieur le Prince, figlio del Grand Condé, in onore del Delfino, fu fatta una “caccia sull’acqua”. Dopo una grande caccia, cerve e cervi furono messi nello stagno di Comelle, e le dame di corte, da certe barche coperte di frasche, si dilettarono ad acchiappare al laccio gli animali e farsi trainare a riva. Qui i cervi e le cerve erano rimessi in libertà. La festa è brevemente descritta al N. 48 nel libro “I caratteri” di Jean de La Bruyère, opera scritta ad imitazione di un originale antico, “I caratteri”, di Teofrasto, di cui La Bruyère diede anche una traduzione. Chi è la persona a cui La Bruyère allude, l’ideatore della festa? Fin dal 1692 si ebbe un diluvio di “chiavi” di interpretazione de “I caratteri”. Per coloro a cui possa interessare, la conclusione, in questo caso non facile, è che si trattasse di Monsieur Manse, ingegnere idraulico di corte. Chi ha detto che gli ingegneri mancano di fantasia?.
(“Les charactères ou Les moeurs de ce siècle”, 1688, 841 Kbytes – se non si aggiunge una “chiave”).
I “Caratteri” di La Bruyère sono uno dei libri sacri del Seicento francese. Nondimeno, credo che molta della loro fama sia venuta proprio da questo passatempo nazionale di cercar di identificare le molte persone a cui si accenna nel testo. La Bruyère era un tipo prudente. Dovendo assolutamente scegliere, nella lettura darei la priorità a Boileau, anche se scrive in versi (vedi 24 agosto).