1792, giovedì. Battaglia di Valmy. Vi fu presente Goethe. A sera della battaglia (che aveva prodotto pochissime vittime da ambo i lati) conversando con gli ufficiali pronunziò una famosa frase profetica:”Da qui ed oggi…”, che ricorda vagamente il discorso di Enrico V (vedi 25 ottobre). La storia è inclusa nella sua “Campagna in Francia”, una sorta di diario, che però fu scritto tra il 1819 e il 1822. Magari accadde davvero.
(“Kampagne in Frankreich”, 1822, 381 Kbytes).
La frase viene parafrasata da Carducci nell’ultimo dei dodici sonetti che appartengono al ciclo “Ça ira”. Vedi 3 settembre.
1818, domenica. Muore Silvia, o meglio, muore Teresa Fattorini. La sua morte è – probabilmente - rievocata nella canzone “A Silvia”, una delle poesie più travisate di Giacomo Leopardi. Di Leopardi va letto quanto si può, non è il caso di farla tanto lunga. (“I Canti”, pubblicati tra il 1818 e il 1845 – alcuni furono pubblicati postumi - 34 poesie, escludendo sette poesie: uno “scherzo”, due frammenti, e poi traduzioni e pseudo-traduzioni )
“Mercoledì 20 settembre 1905, S. Eustachio”. Oh, si potrebbe dire, finalmente un autore coscienzioso, che ha addirittura ricopiato il foglietto del calendario! È il compleanno di Giovanni Stoppani, ovvero Giannino, che dà inizio al suo diario, che naturalmente diventerà “ Il giornalino di Gian Burrasca”, di Vamba (Luigi Bertelli). Giannino studia latino (!), ma non sa fare bene i conti, perché essendo nato nel 1897 dice di avere “nove anni finiti”. A me paiono otto. Questo si può perdonare, ma il libro mi è sempre sembrato diseducativo perché può dare idee per scherzi stupidi e cattivi ai bambini meno buoni (magari illudendoli che gli adulti in fondo li trovino divertenti), e perché il piccolo eroe o è piuttosto malvagio ed insensibile o è un piccolo e promettente imbecille – o entrambi. A latere, la storia del brodo di rigovernatura è disgustosa. Insomma, un libro che ha mille usi, l’ultimo dei quali è quello di fornire materiale da leggere a creature innocenti (provare per credere). Ma forse era solo una reazione all’eccessivo perbenismo di altri libri per infanzia, a cui si fa riferimento nel Giornalino il 10 gennaio.
(“Il giornalino di Gian Burrasca”, a puntate 1907-1908, circa 120 pagine)
(Anno imprecisato). Termina dolorosamente, ma con un filo - proprio solo un filo – di speranza, il romanzo “Cenere”, di Grazia Deledda, che narra la tragica storia di una donna sfortunata e della difficile relazione con suo figlio.
(“Cenere”, 1904, 418 Kbytes).
Giorno generico senza particolare significato, citato alla fine di “Le onde” di Virginia Woolf: “Un altro giorno; un altro venerdì; un altro venti di marzo, gennaio o settembre”.
Vedi 25 giugno.