Le Piante, i Fiori e i Giardini - e il Poliglotta

Date: 26 Aug 2020 - Sezione: sardonicus/

Non c’è dubbio che la maggior parte dei fiori siano fragranti e colorati, quasi un dono della natura per rallegrare gli esseri umani e, come direbbe Leopardi, “consolarli di essere nati”. In realtà, alla Natura, dell’individuo di qualsiasi specie non importa assolutamente nulla: esso deve nascere, riprodursi, e morire soffrendo. Solo così la specie può mutare. In meglio? Non è neppure detto. Possiamo solo dire “in meglio date le condizioni ambientali vigenti”. La legge da ricordare è questa: l’evoluzione non migliora necessariamente gli individui, li complica soltanto, fino a che, se non è servita ad altro, la loro stessa complicazione li uccide.
In quanto ai fiori, essi sono, è inutile nasconderselo, gli organi sessuali delle piante. Inoltre, essi sono il frutto dell’alleanza delle piante con gli insetti, stretta circa duecento milioni di anni prima che gli uomini comparissero (si veda il saggio http://dainoequinoziale.it/resources/scienze/scienze-generali/pianteventoanimali.pdf, in questo sito). Di tutta la sovrastruttura poetica che l’Uomo, ultimo arrivato, ha creato intorno a loro, fiori e piante (per tacer degli insetti) se ne infischiano sovranamente.
Profumi e colori sono fatti per gli insetti, ma non per questo, ironia della sorte, tutti gli insetti hanno una spiccata sensibilità per i colori. Certi colori non li percepiscono affatto (secondo taluni, le api possiedono tre pigmenti, sensibili al giallo, al blu e all’ultravioletto, ma non sono in grado di percepire il rosso. Secondo altri, le api nostrane non percepiscono neppure il giallo). Pare che sui petali dei fiori si creino delle creste alte frazioni di micron, che provocano un fenomeno di iridescenza il quale, anche su un petalo rosso, produce un alone azzurro, invisibile all’uomo, ma necessario all’ape. Altri insetti, come alcune farfalle, possiedono un quarto pigmento che consente di percepire anche il rosso. Si direbbe quasi che i petali siano stati inizialmente fatti per altri animali, che hanno lasciato luogo agli insetti attuali, e i fiori hanno dovuto arrangiarsi a produrre in qualche modo dei colori o quasi colori che vanno bene per essi. D’altra parte, mentre ci sono fiori specializzati nell’attirare con il loro profumo e il loro colore solo determinati insetti, altri fiori si rivolgono a una maggiore varietà di insetti, magari arrivati dopo, e quindi devono essere provvisti di una maggior gamma di profumi e colori. Hanno avuto duecento milioni di anni di tempo per farlo, e non è mica uno scherzo: in questo periodo la nostra generazione di montagne si è formata e una precedente formazione, con altre cime, altri fiumi , altri paesaggi, stava scomparendo.
Logicamente, per non attirare insetti indesiderati, noi dovremmo allora vestirci di colori scialbi e neutri, o – al limite - di verde, che, immagino, gli insetti schiverebbero, perché, se ci fossero solo fiori verdi, essi non li distinguerebbero da altre parti delle piante, prive di polline. Bisogna però evitare di avere profumi o odori intensi, perché allora gli insetti potrebbero ripensarci, e quasi ogni odore ha i suoi clienti.

Il poema dei fiori dunque, per un uomo razionale, dovrebbe essere quello di cui ho dato un breve schizzo qui sopra, e dovrebbe essere scritto da insetti. A noi, giunti all’ultima ora, restano poesie basate su premesse sbagliate, ma poesie - occorre ammetterlo - che hanno detto qualcosa a generazioni di umani. Ma non si scandalizzi l’eventuale lettore: tra le varie citazioni che troverà, potrà scegliere quelle che più gli si confanno, dalla tenera “Consolazione a M. Du Périer…” del Malherbe (si veda per un commento con qualche nota poco nota la “Consolation a Monsieur Du Périer, gentilhomme d’Aix en Provence, sur la mort de sa Fille”, 1598, 84 versi – sulla quale mi dilungo nel testo “Non accadde quest’oggi” – in data 23 giugno, in questo stesso sito), fino alle ultime dissacranti poesie di Arthur Rimbaud, e peggio, di Aldo Palazzeschi. Tanto che ho dovuto insistere perché Sardonicus accettasse di concludere a un livello un poco più alto.
Ed ora, lascio parlare Sardonicus.


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