Con questo saggio, breve (il numero di pagine non inganni), intendo offrire uno schema di ripasso essenziale agli studenti che devono “portare” il “Paradiso” della Divina Commedia di Dante a qualche esame. Raramente si studiano a scuola tutti i canti del Paradiso. Ad ogni modo nel mio saggio sono brevemente riassunti tutti i canti, con l’unico scopo di aiutare a ricordarne il contenuto e qualche verso.
Ad ogni canto sono dedicate tre-quattro pagine, così suddivise:
i) Numero del Canto
ii) Evento o personaggio saliente
iii) un distico o poco più (scritto in blu) che dà un riassunto concentrato del contenuto.
iv) L’argomento del canto, in poche righe, dal commento di Domenico Venturini, 1865.
v) L’incipit - cioè per lo più nove i versi iniziali del canto (consiglio caldamente di fare uno sforzo e ricordare gli incipit dei canti: aiutano a fare una bella figura, e possono servire nei temi di italiano)
vi) un elenco dei nomi di persone e luoghi che non compaiono, ma sono solo citati nel canto.
vii) Per lo più un’illustrazione. I miei illustratori favoriti sono inevitabilmente il Doré (che a mio parere non aveva la mano felice nel Paradiso quanto nell’Inferno) e soprattutto le multicolori miniature di Giovanni di Paolo. Non si trascurino le illustrazioni: anche loro aiutano a ricordare il contenuto del canto. Esse sono qui accompagnate da alcuni versi che spiegano le illustrazioni. Quelle tratte da Giovanni di Paolo sovente contengono in una sola immagine diversi punti del canto, e sono di ancor maggior aiuto. Curioso che Giovanni di Paolo presenti le anime del Paradiso nude, mentre Dante ci parla di “bianche stole”. Una svista, probabilmente.
viii) Una selezione di versi, scelti da me nel canto secondo i miei gusti. Sono aperto a suggerimenti. I versi scritti in rosso sono secondo me i più significativi. Non sono molti, e BISOGNA conoscerli a memoria.
Di tanto in tanto c’è più di una illustrazione per canto. Non ci si stupisca.
Secondo me un buon ripasso può essere in prima battuta fatto tenendo sottomano, sullo stesso schermo del PC, oltre a questo testo, la pagina https://divinacommedia.weebly.com/introduzione-paradiso.html e seguenti. Qui si trovano un commento, delle note dettagliate, il testo di Dante, una parafrasi. Questa è importante soprattutto nelle occasioni in cui Dante usa parole antiche, o obsolete, o inventate da lui, e mai usate da altri.
Delle tre cantiche, il Paradiso è probabilmente quella più ostica e più lontana dal gusto odierno. Penso che per la maggior parte degli studenti sia una vera e propria tortura. Ebbene, si cerchi di fare uno sforzo, e di non vedere il Paradiso come uno strumento di tortura, ma come lo sforzo di un genio di penetrare nei segreti di Dio. In ogni caso, non credo esistano nella storia dell’arte descrizioni del Paradiso più profonde e, sotto certi aspetti, convincenti. Questo non è il Paradiso banale in cui si gode di tutti i beni materiali di cui non si è goduto sulla Terra, né quello in cui si è compensati dei torti subiti, e neppure il Paradiso in cui ritroviamo tutte le persone care: il Paradiso dantesco è lontano da queste banalità quanto il cielo dalla terra, e in certi punti Dante dichiara di non poter descrivere la sua visione. Si cerchi di capire questo sforzo e quel che ci può dire, e si scoprirà che la nostra fatica vale la pena. Dopo di aver fatto questo sforzo, non ci si potrà più accontentare nella propria vita di letture banali, telegiornali, videogiochi, film insulsi, linguaggio volgare… tutte queste cose possono servire anche loro, e non le condanno, ma sapremo in fondo al cuore che c’è ben altro.