Mi ricordo ancora di un tizio che una quarantina di anni fa mi telefonò alle tre del mattino dai dintorni di Torino a Tokyo per avere contatti con una ditta che producesse bonsai. Mi disse che il mio nome gli era stato fatto da un amico. Gli diedi le informazioni che potevo, e poi gli chiesi:”Ma il suo amico non le ha mica parlato di fusi orari?” “Ah, sì, mi disse. Perché, lì che ora è?” “Sono le tre del mattino”, risposi con voce il più possibile impastata. “Ah. Di quelle cose non ho mai capito niente. Comunque voglio dei bonsai. Ha capito? Bonsai!”. Credo che siano in molti, anche non alla ricerca di bonsai, a non sapere come fare a calcolare che ora è in un posto abbastanza lontano. D’altra parte il problema oggi è risolto perché le ore solari e le ore legali hanno pasticciato veramente le cose, e poi, su Google e simili browser, le ore in località lontane si trovano facilmente. Non ci sono più giustificazioni. Dal problema dei fusi orari deriva quello della linea del cambiamento di data, che fu glorificato dal romanzo di Giulio Verne “Il giro del mondo in 80 giorni”. Qui Verne rivelò al popolo che, terminato il giro del mondo verso Oriente, bisogna aggiungere un giorno al proprio calendario, mentre se il viaggio è stato fatto verso Occidente occorre toglierlo. Senza fare il giro del mondo, il legame tra ora locale e longitudine permette di calcolare la differenza di longitudine fra due luoghi, una volta nota la differenza in ore. Già, la latitudine, grossolanamente, la può stimare un bambino, ma la longitudine no. In effetti, la storia di come fu risolto questo problema è affascinante in sè. Insomma, presento tre piccoli problemi di matematica, che non ho neppure osato mettere nella mia pagina di matematica, vista la loro semplicità. Tuttavia, sapendo che molte persone sono afflitte almeno dal primo dei tre problemi, e che uno su dieci di quelli che si imbattono (non per colpa loro) nel problema, è forse vagamente interessato alla risposta, cerco di dare qui la soluzione. Auguri.

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