Sardonicus dixit: “Si può anche aver torto scegliendo il momento sbagliato per aver ragione. “
23 dicembre.
1568, giovedì. Inizio della ribellione dei Moriscos, trattata nel dramma “Aben Humeya”, di Francisco de Paula Martinez de la Rosa, uomo politico ed uno dei primi autori di drammi romantici nella letteratura spagnola. Nel dramma l’azione viene fatta iniziare il giorno dopo, 24 dicembre, col massacro dei cristiani a Cadiar. I tre atti si concentrano su oppressione e congiura dei Moriscos, massacro dei Cristiani, discordie tra Moriscos. Il dramma è ben scritto, non contiene esagerazioni in stile romantico francese ed è avvincente.
(“Aben Humeya”, 1830, scritto originalmente in francese, III atti).
Per la storia della ribellione il lettore curioso può scegliere fra due notevoli storici spagnoli contemporanei alla ribellione, Diego Hurtado de Mendoza e Luis del Marmol, entrambi citati da Martinez de la Rosa nella sua introduzione. Li conosce, li cita, li loda e poi da buon romantico scrive il suo dramma ignorandoli quando così gli pare.
1588, venerdì. Assassinio del Duca Enrico di Guisa da parte di sicari di Enrico III. Primo evento ricordato di sfuggita dal personaggio Machiavell o Machevill (Machiavelli) nel prologo de “L’Ebreo di Malta” di Christopher Marlowe. È un fantasma che presenta la tragedia alla moda di Seneca, e implica che Enrico di Guisa, da poco defunto, sia stato il suo migliore recente allievo o addirittura una sua reincarnazione. Interessante tragedia per vedere come sarebbe il teatro Inglese se Shakespeare non fosse esistito.
(“The Jew of Malta”, probabilmente 1589-90, 183 Kbytes, V atti).
Una tragedia italiana (senza date) in cui la presentazione viene fatta da un fantasma, in questo caso di un bambino, è la Canace di Sperone Speroni: cupa tragedia, ma per me impressionante, ed una delle migliori tragedie Italiane che io abbia letto. Non piacque al suo tempo per l’argomento scottante, e fu rappresentata, almeno ai suoi tempi, una sola volta.
(“Canace”, 1546?, XXIX scene).
Metto un interrogativo alla data della Canace, perché, se è certo che fu pubblicata nel 1546, in qualche forma doveva esistere già in precedenza. Infatti, secondo Alvise Cornaro, in una sua lettera allo Speroni, il commediografo Angelo Beolco, detto il Ruzante (vedi 14 maggio), morì mentre si preparava a recitare la Canace scritta dal suo amico e apprezzatore Speroni. Il Ruzante morì il 17 marzo 1542.