Sardonicus dixit: “Quanti libri si devono leggere per capire che saremo sempre ignoranti!”
17 gennaio
1737, lunedì. Data in cui Nathaniel Hawthorne prese effettivamente servizio nella Salem Custom House. Nel capo I de la “Lettera scarlatta” (che era poi una A), il narratore racconta appunto come nella Salem Custom House trovò la documentazione necessaria per la triste storia di …
La Lettera Scarlatta è riconosciuta come il capolavoro di Hawthorne, romanzo di colpa ed espiazione, di immediato successo, scritto in un’America che pare non avere nulla in comune con quella di oggi. Interessante, quindi, per più di un motivo.
(“The Scarlet Letter”, 1850, 505 KBytes).
1817, venerdì. Tra le 15 e le 16, incomincia nella cittadina di Hermosillo, Messico, il romanzo “I trappers dell’Arkansas”, di Gustave Aimard (Olivier Gloux), ragazzo avventuroso e romanziere francese che si occupò soprattutto del Far West. Questo è il suo capolavoro, che ebbe ai suoi tempi un notevole successo. Un Francese sembra un improbabile autore di Western, ma questo particolare Francese non scherza: fuggito dalla casa adottiva a dieci anni per fare il mozzo e vedere il mondo, prigioniero per quattordici mesi in Patagonia, esploratore delle selve Brasiliane, adottato da una nazione indiana, ma legato un paio di volte al palo della tortura, e via dicendo, quel che descrive, dalle montagne, ai capi Indiani, ai castori industriosi, lo ha visto. In qualche modo, questo lo si sente, sotto il velo degli intrecci convenzionali.
(“Les trappeurs de l’Arkansas”, 1858, cinquecento pagine, ma non fitte).
18**. Muore all’improvviso all’Hotel Mauritania il ricco mercante Fjerapont Jemjeljanovic Smjelkov, vittima del crimine per cui Katerina Maslova, “Lubka”, è stata incriminata. Dal Capo X del romanzo “Resurrezione”, di Lev Tolstoj, di cui Katerina Maslova è co-protagonista (vedi 28 aprile).