20 Gennaio

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit: “Il triste destino dei poveri è che al massimo possono diventare dei nuovi ricchi.”


20 gennaio

1839, martedì. Arriva a Bouvard (che prontamente sviene) la lettera che cambierà almeno temporaneamente il destino suo e quello dell’amico Pécuchet, dando inizio alla vera azione del romanzo “Bouvard e Pécuchet”, di Gustave Flaubert. Questo è un autentico classico, cioè uno di quei libri meritevoli che è meglio sia un altro a leggere, come l’Ulysses di Joyce, il Sartor Resartus di Carlyle, le Onde di Virginia Woolf e via dicendo. Qui abbiamo un’enorme silloge di scienze e conoscenze ora in massima parte superate e dimenticate, viste attraverso le esperienze di due dilettanti, raccolte da Flaubert forse per dimostrare l’inconoscibilità della realtà, ammesso che quest’ultima esista. Poiché appunto la maggior parte di queste teorie sono oggi abbandonate, ed il sapere è ormai abbastanza sistemato, persino in medicina, la tesi si perde un poco. Il romanzo è incompiuto, ma Flaubert lasciò una traccia della conclusione, non lontana dal punto in cui si arresta il testo. Flaubert disse di aver letto 1500 libri per produrre quest’opera, che doveva essere il suo capolavoro. Con Internet oggi chiunque può trovare in breve tempo il materiale per un “Fai da te – Bouvard et Pécuchet” anche più demenziale. E’ difficile però riuscire a scrivere così bene: Flaubert scriveva e riscriveva la stessa frase per mesi interi, cambiando ora questa ora quella parola, prima di fissarla in una forma che lo convincesse. Quindi frasi brevi e lapidarie, con parole insostituibili: “le mot juste”. Per lettori esperti.
(“Bouvard et Pécuchet”, 1881 (postumo), 10 capitoli e tracce per un finale, 568 KBytes).
Come Swann (vedi 1 gennaio), anche Bouvard e Pécuchet sono noti al mondo con i loro cognomi. Però avevano i loro nomi propri: si chiamavano Francesco Bouvard e Giusto Pécuchet. Senza dubbio utile a sapersi.
Al romanzo è sovente aggiunto un “Dizionario dei luoghi comuni – Dictionnaire des idées reçues”, non il primo e soprattutto non l’ultimo della serie. Tuttavia il dizionario non è unitario: ai veri luoghi comuni (esempio: Italiani – “tutti musicisti”, “tutti traditori”) si aggiungono aforismi e spiritosaggini (esempio: Corano - libro di Maometto in cui non si parla d’altro che di donne). Sono anche sovente annessi un “Catalogo delle idee chic” e una serie di citazioni, completamente sballate o inaccettabili, di autori celebri. Istruttivi.