3 Febbraio

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit: “Microsoft opens the gates for us to pay the bill”


3 febbraio

In questa data di un anno imprecisato scappano le budella a Gargamella, madre di Gargantua, in “Gargantua e Pantagruel”, di François Rabelais. Un alto vulcano, con fetide fumarole. Classico in cinque parti, indiscutibile, particolarmente adatto a lettori invidiabilmente cocciuti, di forte stomaco (e di una certa erudizione).
(“Pantagruel (Les horribles et épouvantables faits et prouesses du très renommé géant Pantagruel)”, 1532, 404 Kbytes;
“Gargantua (La vie très horrifique du grand Gargantua, père de Pantagruel, fils de Grandgousier)”, 1534, 296 Kbytes;
“Le tiers livre”, 1546, 508 Kbytes;
“Le quart livre”, 1552, 404 Kbytes;
“Le cinquième livre”, 1564, 262 Kbytes.
Il quinto libro, postumo, è di ormai certa attribuzione. L’autore, per evitare guai, pubblicò l’opera col nome di Alcofribas Nasier. Totale, circa 900 pagine)


“Quod mare non novit, quae nescit Ariona Tellus?- Quale mare non conosce Arione, quale terra lo ignora?”
Nel suo erudito poema lasciato a mezzo, i Fasti, cioè la descrizione del calendario repubblicano romano, Ovidio pone al 3 febbraio il ricordo dell’episodio di Arione, brevissimo (36 versi), in facile latino, da leggersi. Gli ultimi quattro versi, soprattutto se immaginiamo che l’azione si svolga di notte, sotto un cielo stellato, evocano una bella immagine.
(“Fasti”, I sec. dC, sei libri).


1523, martedì. Unico ricordo datato (B 138) di Francesco Guicciardini, che tratta della fortuna. I “Ricordi” sono in realtà massime “da ricordare” di poche righe ciascuna, in cui l’autore non cerca di essere brillante o paradossale, ma di regalare buon senso per imparare a vivere. I suoi ricordi sono in gran parte validi anche oggi, facendo le dovute, ma ovvie, trasposizioni. Qualcosa a metà strada tra il “Cortegiano” e il “Principe” per comprendere il Rinascimento. Profittevole lettura.
(“Ricordi”, 1512, 1528 e 1530, 50 pagine, due serie, la prima di 189, la seconda di 221 ricordi).