Sardonicus dixit: “La polizza è il miglior modo di assicurarsi che al danno faccia seguito la beffa.”
4 febbraio
1818, mercoledì, ore 11 di sera. Data ed ora di nascita di Mme Suzanne d’Ange, protagonista indegna ma non senza ammirevole grinta, del “Demi-Monde”, di Alessandro Dumas figlio. Lo apprendiamo all’atto III, scena VII. Interessante dramma che descrive il “mezzo-mondo”, concetto che Dumas si vanta di aver introdotto. È un mondo intero da cui sono assenti i legittimi mariti e dove regnano superficialità, intrighi, tradimenti, pettegolezzi, stupidissimi duelli; dove le donne impazzano e si divertono, pur sapendo che per loro non c’è un futuro. Va anche letta l’introduzione, non datata, che compare ad esempio nell’edizione del 1898, in cui c’è una chiara descrizione di ciò che si intenda per “Demi-monde”, oltre ad una divertente storia di come il dramma fu messo in scena.
(“Le Demi-Monde”, 1855, cinque atti).
1918, lunedì. Incomincia l’attesa di 24 ore di Dan Fuselli, di rivedere Yvonne. Dal Capo III, Parte 2, di “Tre soldati”, di John Dos Passos, prima data citata nel romanzo. Oggi viviamo in un mondo che non sa o non vuol sapere quale orrore sia stata la prima guerra mondiale (o la seconda, per quello). I “Tre soldati” sono uno dei romanzi da leggere per farsi un’idea, dal punto di vista del soldato semplice (Americano). A quanto si dice, negli Stati Uniti la lettura del romanzo cambiò addirittura il modo di raccontare dei reduci. L’autore sa scrivere.
(“Three soldiers”, 1922, 759 Kbytes).
Ma gli Americani entrarono tardi in un teatro di guerra già stanco e logoro, e in questo romanzo lo si vede. In Europa non mancano romanzi di guerra di anche maggior respiro. Il principale è forse: “Niente di nuovo sul fronte occidentale”. L’autore Erich Maria Remarque è morto nel 1970 ed è riuscito a non mettere nel suo romanzo neanche una data precisa. Dunque non ci sarebbe un solo motivo al mondo per metterlo in questa mia raccolta. Ma il libro, che racconta eventi della prima guerra mondiale visti da un soldato ventenne dell’esercito sconfitto, interrotti da considerazioni semplicissime e profonde, è bello. Lo si legge, … e si tace.
(“Im Westen nichts Neues”, 1929, circa 220 pagine in paperback).