Sardonicus dixit: “Gli avari sono impoveriti dalle loro ricchezze.”
24 febbraio
Secolo XVI. La data del 24 febbraio, a quel tempo festa dell’Apostolo San Mattia, era una data fatale per l’Imperatore Carlo V, che nacque, vinse la battaglia di Pavia, fu incoronato in quel giorno. Il 24 febbraio – presumibilmente - nacque anche il suo figlio naturale Don Giovanni d’Austria, il futuro vincitore di Lepanto. La data gioca un ruolo centrale nel romanzo storico “Barbara Blomberg” (madre di Don Giovanni), di Georg Ebers. Come sempre nei romanzi di questo egittologo-romanziere, oggi trascurato, abbiamo qui un’eccellente ricostruzione storica degli ambienti e delle persone – forse un po’ prolissa.
(“Barbara Blomberg – ein historisches Roman”, 1897, 1.16 Mbytes).
1804, venerdì, azione de “Il 24 febbraio”, una delle prime tragedie “del destino”, di Zacharias Werner, forse ispirata da un fatto realmente accaduto . I Kuruth, famiglia proprietaria di un albergo svizzero, Schwarrbach o Schwarenbach sul Gemmi Pass, soffrono varie disgrazie, sempre il 24 febbraio, a partire dal 1776. Dopo varie traversie, gli affari vanno di male in peggio, ma finalmente giunge in albergo, la sera del 24 febbraio 1804, un giovane viaggiatore ricco ed i proprietari decidono di….
Tragedia breve, lugubre e impressionante.
(“Der vierundzwanzigste Februar”, 1 atto, 3 scene).
Sembra che, ignaro dell’esistenza di questa tragedia, Arthur Conan Doyle, trovatosi di passaggio nell’albergo Schwarenbach (che esiste tuttora), avesse pensato di scrivere un racconto sostanzialmente sulle stesse linee, che poi non scrisse perché trovò che lo stesso albergo era la scena di una terza (differente) storia tragica di Guy de Maupassant. C’è quasi da pensare che il protagonista di questa metastoria sia non un personaggio umano, ma un albergo.
Perché poi il 24 febbraio? La data veniva dall’esperienza personale di Werner.
1815, venerdì. Incipit del romanzo “Il Conte di Montecristo”: “Il 24 febbraio 1815, la guardia di Notre Dame [a Marsiglia] segnalò il tre-alberi “Le Pharaon” in provenienza da Smirne”. A bordo c’è Edmond Dantès che si aspetta di sposare presto la bella catalana Mercedes. Incominciano invece le sue sventure ed avventure. È il romanzo della vendetta, che lascia alla fine aperto l’interrogativo cruciale (a cui ne aggiungo uno mio: che il titolo non sia casuale? Dai Francesi non si sa mai cosa aspettarsi…).
(“Le Comte de Monte-Cristo”, di Alexandre Dumas padre, in collaborazione con Auguste Maquet, prima edizione 1844, 117 capitoli. Edizione Gallimard in 2 tomi, 1600 pagine, ma niente paura, non si sarebbe i soli ad averle lette).