11 Marzo

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit: “Chi trova la pace senza averla cercata la scambia per noia .”


11 marzo

1737, lunedì. La sera del giorno 11 marzo il diavolo compare sul ponte tra Stuttgart e Ludwigsburg a Gustavo Lanbeck ed al capitano Reelzingen nella novella “Jud Süss”, di Wilhelm Hauff, ragazzo prodigio tedesco morto a venticinque anni. La guardia notturna a Zuffenhausen dice a uno dei due viaggiatori:”Signore, questa è una notte tremenda!”. È infatti la notte della catastrofe. Alle nove e mezza muore il duca di Württemberg, Karl Alexander, ed allo stresso istante termina il potere del suo ministro, soprannominato Jud Süss (l’Ebreo Süss). Ma chi era veramente Jud Süss, Joseph Süss Oppenheimer, l’onnipotente ministro delle finanze del Duca Karl Alexander del Württemberg? Perché fu effettivamente impiccato a Stuttgart il 4 febbraio 1738? Il suo cadavere fu poi lasciato sei anni in una gabbia di ferro, fino a che il Duca Carl Eugen lo fece seppellire (1744).
La novella di Hauff è sostanzialmente neutra. In essa Süss è effettivamente un abile amministratore, ma avido, corrotto e spregiudicato, capace del peggio. Al tempo stesso l’autore riconosce “quanto radicati fossero i pregiudizi contro i figli di Abramo”. Alla storia di Süss si intreccia l’amore di Lanbeck per la sorella di Süss, Lia. Del processo, e quindi delle accuse, delle prove eccetera, Hauff dice poco, forse anche perché fino al 1919 gli atti processuali non furono accessibili.
(“Jud Süss”, 1827, circa 140 pagine)
Alla novella di Wilhelm Hauff seguì un omonimo romanzo di Lion Feuchtwanger, (1925), scritto quando ancora gli atti del processo non erano stati pubblicati, e con molte invenzioni più o meno felici – talune molto infelici.
Al romanzo del 1925 seguì dapprima un dramma nel regno Unito (riduzione di Ashley Dukes, 1929) e quindi un film di Lothar Mendes nel 1934, che doveva mettere in guardia contro l’antisemitismo. Nel 1940 il romanzo di Feuchtwanger fu preso come ispirazione - molto alla lontana, direi - per un film diretto da Veit Harlan, che risultò essere il film nazista di propaganda antisemitica di maggior successo. L’attore principale, Ferdinand Marian, fu probabilmente costretto a partecipare sotto minaccia, costrizione che sembra non gli abbia evitato di esser bandito dalle scene dopo la guerra.
Checché se ne dica, le varie opere ispirate a Jud Süss sono molto diverse fra loro. Se il personaggio di Joseph Süss Oppenheimer dovesse presentarsi a Pirandello e lamentarsi del suo destino di personaggio (tanto reale quanto letterario), avrebbe molto da raccontare, per esempio come complemento ad una novella come “La tragedia di un personaggio” (1911), sessantesima delle “Novelle per un anno”. Di tutte le opere che ho citato in questo contesto, questa novella di Pirandello è la più breve, la più interessante e la sola che vada assolutamente letta, anche se non ha nulla a che vedere con Jud Süss.
(“Novelle per un anno”. Dovevano essere 365, ma l’edizione “definitiva” del 1922 ne conta 241. Postume ne uscirono altre 15).

1810, domenica. Battaglia di Baza, vittoria francese contro le forze Spagnole. Veniamo a sapere in fase di epilogo che vi perirono due personaggi del racconto “Il cappello a tre punte”, di Pedro Antonio de Alarcón. Il racconto è vivace, con divertenti scene corali e personaggi, nessuno dei quali, anche se pessimo, manca di almeno una buona qualità. Vi spiccano gli sposi fedeli, la Corregidora nobile e santa, il vescovo, santo ma un po’ esoso, il goffo sfortunato Corregidor che ha perso la testa, e due importantissimi quadrupedi la cui testimonianza rappacifica il mugnaio e la mugnaia.
(“El sombrero de tres picos”, 1874, “novela corta”, circa 100 pagine).
Ne fu fatta una riduzione musicale, opera-balletto, molto nota per la musica di Manuel De Falla, con musiche di tema andaluso, per quanto né il mugnaio né la mugnaia siano andalusi.
(“El sombrero de tres picos”, 1919, opera-balletto, in due parti, 40 minuti)