27 Aprile

Sezione: non-accadde/

“La parte più triste nello scegliere il male minore è che per lo più non c’è altra scelta” (DE).
A questa visione, piuttosto oggettiva, si oppone Sardonicus con il seguente aforisma, di carattere più soggettivo:
“La parte più triste nello scegliere il male minore è che per lo più è l’unica scelta che ci permette la nostra pusillanimità”. Il laborioso lettore potrà scegliere fra le due proposte, o elaborare a modo suo il tema, che la scelta del male minore non è una libera scelta.


27 aprile

“Era il 27 aprile…me ne ricordo bene” (Anno imprecisato, prima del 1861). Avviene il drammatico incontro del conte Fabián Conde con la generalessa Matilde e la giovane Gabriela. Siamo al Capo VII, “Luce ed ombra”, del libro IV del romanzo “Lo scandalo”, capolavoro di Pedro Antonio Alarcón. Un po’ scombinato nelle date (vedi 27 febbraio), il romanzo è fuori dell’ordinario per la finezza delle descrizioni e la penetrazione psicologica, che si riflettono l’una nell’altra. Gli può nuocere agli occhi moderni il forte spirito religioso che lo domina e si esprime in alcune - poche - tirate forse troppo lunghe: è il romanzo di un convertito. Le azioni eroiche di taluni protagonisti sono oggi ancora meno comprensibili, ma valgono uno sforzo per capire, in questo nostro mondo di compromessi, del politicamente corretto e di ricerca del proprio comodo, come si comportavano i nostri antenati, o, almeno, come avrebbero voluto comportarsi. Non si può dire se fosse meglio o peggio allora, ma un poco di stupore incredulo o ammirazione rimane. Il romanzo è avvincente. Il lettore senza prevenzioni non ha che incominciare a leggere. Dopo qualche pagina, arrivato al dialogo di Fabián con padre Manrique, scoprirà probabilmente che deve continuare.
(“El escándalo”, 1875, circa 400 pagine).

Il 27 di un mese, che io deduco sia aprile, fidandomi nell’efficienza delle Poste Italiane di fine Ottocento, Thérèse, protagonista de “Il giglio rosso” di Anatole France, invia al suo amante in attesa di congedo definitivo una fatidica lettera. Questi si precipita a Firenze dove giunge già il 1 maggio.
Il Giglio Rosso è un romanzo pre-decadente tra Francia e Toscana, con eroina ed eroi post-romantici - la peggiore combinazione possibile. È consolante pensare che oggi, probabilmente, il nuovo amante di Thérèse sarebbe considerato un imbecille. La trama di questo romanzo, che può essere accettato solo se ci si immerge nell’epoca in cui fu scritto, è però condita da molte osservazioni profonde, aforismi brillanti ed aneddoti curiosi. Nel Capo III troviamo un’interessante discussione su Napoleone I.
(“Le Lys Rouge”, 1894, 280 pagine).
Il titolo del libro viene, penso, dal giglio di Firenze.
Ai cultori del film “Citizen Kane – Quarto potere”, farà piacere sapere che lo yacht di Robert Le Ménil si chiama “Rosebud”. Va a sapere.