28 Aprile

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit (e DE modificò un poco) : “Coloro che fanno carriera troppo velocemente hanno le migliori probabilità di trovarsi la strada sbarrata prima degli altri”.


28 aprile 138-, data del racconto “del sergente della legge”, nei “Racconti di Canterbury”, di Geoffrey Chaucer. In altri manoscritti la data è il 18 aprile.
Ventinove pellegrini di varie classi sociali e professioni si ritrovano sulla via del pellegrinaggio alla tomba di San Tomaso Becket in Canterbury (vedi 28 dicembre). Per ingannare il tempo si racconteranno a turno delle storie. Ce ne rimangono ventiquattro, delle quali due in prosa e ventidue in versi, per un totale di 17400 versi. La collezione di novelle, frammentaria ed incompiuta, è nell’insieme abbastanza simile al Decamerone del Boccaccio (cornice, novelle a turno, umorismo grasso sovente a spese della Chiesa, però con ritrattazione finale), a parte il fatto che, appunto, la maggior parte dei “Tales” sono in poesia. L’importanza dei “Tales” nella letteratura inglese è fondamentale, ma inevitabilmente in traduzione si perde molto. Inoltre, in originale, l’inglese è arcaico e di difficile lettura per uno straniero. Ascoltato, è ancora meno comprensibile (fu scritto prima che avvenisse “il grande spostamento vocalico”). Un tentativo con l’originale bisogna farlo, ma non si andrà lontano, a meno di essere o esperti o di lingua madre inglese, o di essere il tipo di persona che una volta incominciato un libro deve per forza terminarlo. Tuttavia non ci sono santi che tengano, i Racconti di Canterbury vanno letti almeno in parte, e quindi consiglio di leggere una versione in inglese modernizzato, come gli stessi Inglesi tendono a fare.
(“Canterbury Tales”, XIV sec., circa 320 pagine).
Gli stili di Boccaccio e Chaucer sono diversi: stringato il Boccaccio, pur nei suoi periodi ciceroniani, più prolisso il Chaucer. Il lettore curioso potrebbe provare a leggere i racconti paralleli in Chaucer e Boccaccio. Ce ne sono circa sei, in alcuni dei quali, però, la somiglianza è assai blanda. Il caso più ovvio è costituito dalla Favola di Griselda, l’ultima del Decamerone (decimo racconto della giornata decima), che compare nei Canterbury Tales come “The Clerk’s Tale”, il Racconto del Laureato. Il Laureato dice che apprese la novella dal Petrarca a Padova. In effetti il Petrarca tradusse in latino la novella del Boccaccio: gran parte dei versi del Racconto del Laureato sono la traduzione parola per parola della versione latina del Petrarca, che è in nostre mani (Epistolae seniles, XVII, 3). Talvolta Chaucer aggiunge qualcosa di suo: se l’aggiunta sia felice o no, lo giudicherà il lettore. Il problema che ho è un altro: io trovo la favola repellente. Dei due eroi, Gualtieri mi pare matto da legare, e Griselda può essere così paziente, quasi apatica, solo se sa fin da principio come andrà a finire le storia. Ma perché Boccaccio doveva concludere il suo libro con una storia come questa? Perché Petrarca e Chaucer dovevano tradurre proprio una delle più sgradevoli tra le cento novelle di Boccaccio? La risposta sta forse in una ragione semplice e profonda: i tempi sono molto cambiati. A quel tempo queste storie dicevano qualcosa allo spirito. Petrarca riferisce in una sua lettera (che nelle antiche edizioni è data come XVII,4 e nelle moderne è semplicemente un’aggiunta alla XVII,3 già citata) che i lettori della novella, invece di irritarsi come me, si commuovevano fino alle lacrime. “Primo a leggerla fu un nostro comune amico Padovano, …Il quale, giunto appena alla metà della lettera, sentendosi subitamente commosso al pianto, ristette: e poco stante ripresala in mano per compiere la lettura, interrotto da singhiozzi non poté andare innanzi…” (Trad. G. Fracassetti).

1789, martedì. Ammutinamento del Bounty, tema per una versione semi-romanzata di Sir John Barrow, 1831, soprattutto per la parte successiva all’ammutinamento, e per un poemetto (L’Isola, “The Island”) di George Gordon, Lord Byron (1823), nonché vari films di vario successo. Comunque per gran parte del testo la sorgente primaria è il capitano William Bligh stesso, che scrisse una propria relazione, in cui narrò in particolare la sua straordinaria navigazione di 6700 km in 47 giorni dal punto dell’ammutinamento fino a Timor, con 23 persone su una lancia di 7 metri e perdendo un sol uomo ucciso da indigeni a Tofua. Secondo Barrow, il portoghese Diogo Botelho Perreira nel 1535-36 compì un’impresa anche più straordinaria navigando in sette mesi da Cochim a Lisbona su una fusta di 5,5 m. L’impresa di Shackleton sul “James Caird” (1916), più breve, fu compiuta però in mari di altra categoria.
(“The Eventful History of the Mutiny and Piratical Seizure of HM.S. Bounty: Its Causes and Consequences”, 1831, 600 Kbytes).
(The Island, or Christian and His Comrades”, poemetto in 4 canti di Lord Byron. L’ultima parte, in cui Fletcher Christian è ucciso in un combattimento con una nave inglese, è pura invenzione).

18… (Fine Ottocento - Vecchio stile). Incomincia, alle 9:30 del mattino, l’azione del romanzo “Resurrezione” di Lev Tolstoj, viaggio di un privilegiato oppresso da sentimenti di colpa nell’inferno russo della miseria e della repressione. La società viene infatti presentata come una mostruosa macchina per la repressione, in cui ci sono da un lato le molte vittime, dall’altra i pochi che mettono in atto la repressione e i loro complici, in primis la Chiesa (Ortodossa Russa).
Questo attesissimo ultimo romanzo di Tolstoj fu molto discusso e reputato inferiore ad altri per il suo tono sovente polemico e predicatorio. La mia modesta opinione è che la sua unica debolezza sia di apparire a tratti più un documentario che un romanzo. (“Voskrjesjenje”, 1899, 652 KBytes)