15 maggio
1773, sabato. Redmond Barry di Bally Barry sposa Honoria contessa di Lyndon, dal Capo XVI di “La fortuna di Barry Lyndon”, di William Thackeray. E’ una data cruciale del romanzo, che segue le vicende di un avventuriero della piccolissima nobiltà irlandese che vuol farsi strada nell’aristocrazia inglese. Queste nozze sono – quasi – il punto di arrivo. Il romanzo racconta una storia settecentesca in stile illuminista, con sottile ironia, ed è secondo me un classico da leggere per il puro piacere di leggerlo.
(“The Luck of Barry Lyndon”, pubblicato a puntate nel 1844, 704 Kbytes).
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1796, domenica. “Le 15 mai 1796, le général Bonaparte fit son entrée dans Milan – il 15 maggio 1796, il generale Bonaparte fece il suo ingresso in Milano”, incipit della Certosa di Parma, di Henri Beyle (Stendhal). La Certosa di Parma è il luogo in cui, dopo una vita a dir poco movimentata, si ritirerà l’eroe Fabrizio del Dongo, rinunciando al mondo, o, come si diceva in altri tempi “lasciando il secolo”. Per la cronaca, la Certosa di Parma non esisteva più, essendo stata soppressa nel 1778, ma non mancavano altri monasteri. Circa il valore della Certosa di Parma come romanzo storico si può osservare che la descrizione di Parma, del suo principe e della sua corte è disegnata con mano talmente sicura ed è talmente diversa dalla realtà a noi nota, da dar l’impressione che Stendhal abbia visitato e descritto un universo parallelo. Come romanzo d’azione e psicologico la Certosa di Parma è interessante, anche se il lettore non può sfuggire all’impressione che alla fine l’autore ne avesse abbastanza e non sapesse come liberarsi di Fabrizio e compagni: nell’ultima pagina, cinque periodi in tutto, muoiono tre, se non quattro, personaggi principali. Inoltre, fatta circolare da uno scrittore che si professava amante dell’Italia, l’immagine di maniera degli Italiani, eccitabili e passionali, condita di parole e frasi in lingua italiana non sempre corretta, con troppi pugnali e veleni che circolano, è in fondo irritante. Resta solo da dire che nonostante tutto ciò il romanzo si legge bene e può ancora piacere.
(“La Chartreuse de Parme”, 1839, 1.04 Mbytes).
Curioso che per cifrare i loro messaggi gli Italiani usino l’alfabeto francese, che aveva qualche lettera in più di quello italiano (capo XX).
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Data cruciale nel romanzo “Il Dottor Antonio” di Giovanni Ruffini. Il 15 maggio 1840, grazie alle tenere cure del Dottor Antonio, Miss Lucy riprende a camminare dopo l’incidente avvenutole nel primo capitolo. Il 15 maggio 1848, tumulto in Napoli, che coinvolge il protagonista. Uno si aspetterebbe che la notte in cui il Dottor Antonio rifiutò di fuggire dalla prigione di Ischia fosse ancora il 15 maggio, ma questa volta nel romanzo il giorno non viene detto.
(“Il dottor Antonio”, 1855 , 237 pagine).