16 maggio
1689, taian, quinto giorno della classica settimana Rokuyo di sei giorni, di buon augurio. Questa data dovrebbe essere quella della partenza del poeta Basho (Matsuo Munefusa) per il suo “Sentiero verso il profondo Nord”. Il poeta stesso diede la data del 27 del terzo mese, che sarebbe appunto il 16 maggio, il che non quadra con le date successive. Più probabile il 20 del terzo mese, indicato dal suo compagno di viaggio, Sora, nel proprio diario.
Si tratta di una delle opere letterarie più famose della letteratura Giapponese. Il poeta Basho, preso da “Wanderlust” fa un lungo viaggio (156 giorni) a piedi, nella regione centro-settentrionale dello Honshu, con il suo compagno Sora, formando una coppia vagamente simile a quella di Don Chisciotte e Sancho Panza, ma reale. “Il sentiero verso il profondo Nord” (letteralmente: verso l’interno), è il diario di questo viaggio, una quarantina di capitoli brevi, in prosa, in cui sono descritti vari incidenti di viaggio. Vi sono inserite brevissime poesie, gli haiku in 17 sillabe, molti dei quali sono tra i più famosi del Giappone. Il lettore novizio scoprirà un mondo che a quel tempo era quasi completamente sigillato ad ogni influsso esterno, ma che aveva sviluppato una sua estetica sofisticata ed in cui si scrivevano testi letterari di gusto raffinato. Coloro che vogliono cimentarsi a comporre haiku in stile giapponese dovrebbero anzitutto leggere questo breve testo e poi pensarci due volte prima di mettersi a scrivere haiku, che appartengono ad un’altra cultura e non sono diciassette sillabe qualsiasi, ma devono rispettare determinate regole. Come già notato, anche Sora tenne il suo diario, più accurato di quello di Basho, il quale evidentemente trasfigurò il suo viaggio arricchendolo di immagini e situazioni secondo la sua ispirazione e secondo modelli letterari.
(“Oku no hosomichi”, composto nel 1689, 44 brevi sezioni).
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“Martedì 16 maggio 1809..”. Questo è tutto ciò che scrisse Balzac di un romanzo sulla battaglia di Aspern-Essling, la prima sconfitta di Napoleone I, di cui restano altri suoi appunti. Raro caso, in cui la mia citazione è l’opera intera. In tempi recenti l’idea di un romanzo sulla battaglia di Aspern-Essling è stata ripresa e portata a termine altri scrittori. Vedi 22 maggio.
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1915, domenica. Data della lettera di Luis Cervantes a Venancio, da “Los de abajo” ( quelli di sotto) di Mariano Azuela. Quadro romanzato della rivoluzione messicana (1910-1920), seguendo la carriera di un indio, Demetrio Macias, che alla fine diviene generale. Si tratta di un romanzo ormai considerato un classico. Tuttavia lo stile essenziale è piuttosto quello di un romanzo di avventure alla Salgari, sia pure per adulti, in cui l’autore descrive senza troppa partecipazione un’immane tragedia. A quanto pare, il messaggio di Azuela, ex rivoluzionario, è che la rivoluzione abbatta mostri per generare altri mostri e lasci solo una scia di rovine e di croci, che - immagino - simbolizzano la rovina degli ideali dei rivoluzionari, destinati a diventare volgari banditi come tutti gli altri.
(“Los de abajo”, 1915, 231 Kbytes).
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