Sardonicus dixit:”Quanti pensieri dopo, per non averci pensato prima! “
17 luglio
1794, giovedì. Vengono ghigliottinate le sedici martiri Carmelitane di Compiègne. La loro fine, con diversi dettagli alquanto discrepanti dalla realtà (rispettata però nella sostanza), è messa in scena nell’ultimo atto del dramma “I dialoghi delle Carmelitane” di Georges Bernanos, tratto dal romanzo in forma di lettera “L’ultima al patibolo” di Gertrud von Le Fort, poi trasformato nell’opera omonima con musica di François Poulenc. La prima fu alla Scala di Milano, su libretto italiano di Flavio Testi. Capolavoro che non lascia indifferenti (anche se, ancora una volta, la relazione autentica dei fatti non mi sembra inferiore alla creazione artistica).
(“Dialogues des Carmélites”, 1948 dramma in tre atti; 1957 opera in tre atti).
(“Die letzte am Schafott”, 1931, 80 pagine).
Il turista a Parigi, se trova un momento di tempo, può visitare il cimitero di Picpus. Nel transetto della chiesa, vedrà l’elenco di 1300 vittime del Terrore. Le martiri Carmelitane sono verso la fine dell’elenco e poco oltre c’è il nome di André Chénier – vedi 13 luglio.
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(anno imprecisato). È il giorno in cui Fjodor (Fjodja) Protasov simula il suicidio per …. Diviene quindi un cadavere vivente, titolo italiano del dramma, di Lev Tolstoj. Si tratta di un dramma dalla logica serrata: resterà una sola via, per Fjodja, per sottrarsi a questo mondo meschino che lotta per raggiungere una felicità miope, da quattro soldi. Un anticipo de “Il fu Mattia Pascal”, raccontato da un altro genio.
(“Zhivoj trup”, scritto nel 1900 e considerato incompiuto dall’autore, VI atti, 12 quadri, circa 80 pagine).
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Prima citazione dal giornale di bordo dello schooner We are here (= Eccoci qua), di Disko Troop, in “Capitani coraggiosi”, di Rudyard Kipling. Il quindicenne Harvey super ricco e super viziato cade in mare dal transatlantico e finisce a bordo di uno schooner di pescatori di Gloucester. Belle pagine di mare.
(“Captains Coureagous”, 1897, 313 Kbytes).
Chissà, forse varrebbe la pena confrontare i vari autori di racconti di mare, Dana, Marryat, Melville, Stevenson, Conrad, Verne, Loti, Salgari, Kipling e chi più ne ha più ne metta, per vedere chi ha scritto le migliori pagine. Se durante la lettura si sente d’improvviso odore di salmastro, vuol dire che ci siamo. Lo stesso si può fare con i musicisti che hanno evocato il mare, Wagner, Debussy, Rimskij-Korsakov, Verdi e gli altri.