Sardonicus et DE dixerunt: “Il silenzio sarebbe l’unica protezione degli sciocchi. Peccato che amino andar sempre allo sbaraglio.”
1 agosto
“Lammastide”, festa del raccolto del calendario britannico antico. È il compleanno di Giulietta Capuleti, come apprendiamo dalla loquace balia nell’atto I, scena 3. Su questa tragedia meno si parla e meglio è. È troppo bella. Bisogna prender tempo, gustarla, o a teatro, o al cinema, o leggendola.
(“Romeo and Juliet”, anni 1590, 165 Kb, in una sera si legge)
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1744 (probabilmente, e quindi sabato). Incomincia l’atto secondo della tragedia “Don Álvaro o la forza del destino”, capolavoro molto romantico in cinque atti di Angel de Saavedra, Duca di Rivas. Leonora giunge al convento di (Nuestra Señora de) Los Angeles in Hornachuelos alla vigilia della festa del “perdono di Assisi”, che era celebrata il 2 agosto. Leonora vorrebbe fuggire il mondo, ma non in un convento di monache. Quindi…Gli atti terzo e quarto si svolgono nei pressi di Velletri, nell’imminenza della battaglia fra Spagnoli e Austriaci, che fu combattuta il 12 agosto 1744. Per il quinto si torna a Hornachuelos. La tragedia può esser letta non senza profitto.
(“Don Álvaro, o la fuerza del sino”, 1835, cinque atti, che in spagnolo son detti “giornate”)
L’opera “La forza del destino”, di Giuseppe Verdi, libretto di Francesco Maria Piave, è una fedele resa in quattro atti della tragedia originale, ma il perdono viene chiamato giubileo, e per identificarlo bisogna sapere di cosa si sta parlando. Nell’opera, la fine di Don Alvaro è assai più ottimistica (si fa per dire) , ma ciò non compensa il fatto che dalla Forza del Destino in poi gli Italiani pronuncino Alvàro un nome che dovrebbe essere Álvaro .
(“La forza del destino”, 1862, quattro atti)
Al quale Álvaro o Alvàro, Francesco Maria Piave regala una perla preziosa:
ÁLVARO:
- La notte fatale
Io caddi per doppia
Ferita mortale;
Guaritone, … * (Atto III, scena VIII):
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1759, mercoledì. Battaglia di Minden, a cui partecipa Barry Lyndon, che ne dà una sua versione dal punto di vista del soldato nel romanzo omonimo di William Thackeray. Bel romanzo picaresco, forse inferiore alla “Fiera di Vanità”, ma in grado di provvedere onesto diletto. Vedi 15 maggio.
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(Tra il 1815 ed il 1827). In un caldo torrido (100 gradi Fharenheit) avviene la conversazione con cui Vivian Gray, all’inizio del romanzo omonimo di Benjamin Disraeli, futuro Lord Beaconsfield, esperimenta su Julia Manvers le sue forze di manipolatore di animi. Il romanzo racconta l’ascesa di un giovane arrivista ambizioso che vuole riuscire negli ambienti aristocratici e politici. Fu scritto nel 1826-27, quando l’autore, che era appunto un giovane arrivista ambizioso che voleva riuscire - e di fatto riuscì - negli ambienti aristocratici e politici, aveva 23 anni. Romanzo interessante, perché vi si vede un po’ del passato, e quasi un programma per il futuro dell’autore. D’altronde l’autore non poteva sapere come sarebbe andata a finire la sua storia, e perciò, dopo 500 pagine, abbandona il suo ancor giovane protagonista privo di sensi in uno scenario apocalittico a un paio di giorni di strada da Vienna.
(“Vivian Gray”, 1826-1827, inizialmente anonimo, 1.08 Megabytes).
Vivian Gray non è neanche parente del (meritatamente) più famoso Dorian Gray (vedi 7 novembre).
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Intorno al 1830. In quel giorno Rougette, amica malata di Mimì Pinson (=fringuello), spera di poter riprendere il lavoro. Questo apprende Eugène Aubert leggendo indiscretamente una lettera. Dal Capo V del racconto “Mimi Pinson” o meglio, “Mimi Pinson , profil de grisette”, di Alfred de Musset. Questo racconto ed il breve romanzo del Murger (vedi 8 aprile) si intrecciano per confluire nelle due Bohèmes, di Leoncavallo e di Puccini rispettivamente. Nella Bohème di Leoncavallo, Musetta canta un’aria le cui parole sono un adattamento della canzone di Mimì Pinson di De Musset:”Mimi Pinson è una biondinetta”. (Che anche la Mimì della Bohème si chiamasse Pinson di cognome? Difficile a dirsi: Mimì Pinson va a messa tutti i giorni a San Sulpizio, la Mimì della Bohème di Puccini invece dice: “Non vado sempre a messa, - ma prego assai il Signore”). Il racconto è perfetto. Leggendolo, si scoprirà anche che cosa fosse una grisette a quei tempi, dalla dettagliata descrizione di Marcello a Eugène.
(“Mimi Pinson, profil de grisette”, 1845, 40 pagine).
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Anno 632 AF (After Ford ovvero “dopo Ford”) scadenza del prodotto Ovarin, un sostituto per la gravidanza nel Brave New World (ma come si fa a tradurre il titolo? È Shakespeare!) di Aldous Huxley. A quanto pare Huxley credeva che l’Inghilterra rischiasse di evolversi nel senso da lui descritto nel suo allucinante libro di “fantascienza nera” , e non aveva tutti i torti, nè solo per l’Inghilterra.
(“Brave New World”, 1932, 288 pagine)