Sardonicus dixit:”Al massimo, all’ottimista può andare tutto noiosamente bene.”
14 agosto
1490, sabato. Nei giorni 11-14 agosto 1480 Otranto fu presa e saccheggiata dai Turchi, che vi uccisero circa 10000 uomini (tra i quali gli Ottocento Martiri) e menarono in schiavitù donne e bambini con gran bottino. Forse in questo giorno partì una galera turca carica di preda, ma non doveva arrivare in patria, perché:
FILOGONO:
…..In quel medesimo
Tempo furo alcun’ nostri di Sicilia,
Li quai quei mar con tre galèe scorrevano,
Ch’ebbero spia, che di preda ricchissima
Un legno d’ Infedel’ tornava carico….
(Atto III, scena VI)
A bordo c’era il bimbo Carino, di cinque anni, che piangendo invocava sempre il nome di un servo, Dulippo, che ne aveva avuto cura, per cui, portato a Catania ed allevato da Filogono, il bambino stesso fu chiamato Dulippo. E’ uno dei protagonisti della commedia dell’Ariosto, “I suppositi” (o trovatelli), simpatica commedia, inquadrata tra un prologo con doppi sensi licenziosi, che non ricompariranno nella commedia, e conclusa dall’infelicissima ultima battuta di Pasifilo, chissà perché. Gusti del tempo.
(Ludovico Ariosto, “I Suppositi”, V atti, prima in prosa, poi in versi. Prima rappresentazione: Ferrara, carnevale 1509)
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1834, giovedì. Nel pomeriggio il brigantino Pilgrim salpa da Boston, con a bordo il diciannovenne Richard Dana, che descriverà il suo viaggio nel romanzo biografico “Due anni a prora”, cioè nel castello di prua, il forecastle (per favore, leggere “foxl”). Nelle sue intenzioni il libro non doveva essere un romanzo di avventure, ma un manuale per marinai in erba, ed insieme una denuncia delle miserabili condizioni dei marinai. Ne uscì invece un romanzo di avventure che contiene pagine difficilmente eguagliabili nella loro semplicità. Alla fine, anche il lettore avrà fatto il viaggio nel castello di prua. Al termine del libro, nel capitolo “Ventiquattro anni dopo”, si legge la descrizione di una nuova visita dell’autore nella California di 150 anni fa, da non credere. Insomma, un alto scoglio isolato nel mare, un maestro.
(“Two Years Before the Mast”, 1846, 916 Kbytes).
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19–. Compare su un insignificante giornale di Londra la notizia che il Segretario agli Affari Esteri, avendo ricevuto un certo numero di lettere di minaccia, offre 50 sterline a chi possa dare informazioni utili in proposito. Così incomincia, dopo un prologo, il primo capitolo de “I quattro giusti”, primo libro dell’omonima serie di Edgar Wallace, uno dei maestri del giallo della seconda generazione. I quattro giusti lavorano in base ad un concetto superiore di giustizia, per cui non temono di sfidare potenti governi.
(“The Four Just Men”, 1905, 224 pagine).
Edgar Wallace, di cui si disse negli anni Venti che un quarto dei libri letti ogni anno in Inghilterra era stato scritto da lui, produsse soggetti per circa 160 film. Gli fu anche attribuito - a torto - il racconto “King Kong”, che fu pubblicato più o meno in parallelo con la comparsa del film. Ma il film comparve nel 1933 ed il libro nel dicembre 1932, mentre Wallace era già morto nel febbraio del 1932. Incidentalmente, secondo me – ancora una volta - la biografia di Edgar Wallace è quanto meno competitiva come interesse e come complessità di intreccio con qualsivoglia dei suoi racconti.