Sardonicus dixit:”Disprezziamo negli altri anche quei difetti che ci permettono di prevalere su di loro.”
25 agosto
Caterina de’ Medici lamenta di non aver completato il 25 agosto l’opera iniziata con la notte di San Bartolomeo, domenica 24 agosto 1572. La necessaria conseguenza fu quindi la revoca dell’Editto di Nantes, 25 agosto 1685 (così sembra dire l’autore. Ma la revoca fu il 22 ottobre). Siamo nella terza (o quarta?) parte del complesso ed alquanto farraginoso affresco/mosaico storico “Caterina de’ Medici” di Honorè de Balzac. Mentre le due precedenti parti presentano vivacemente una galleria di situazioni storiche e di personaggi romanzati, la terza parte, “I due sogni”, ci porta ad una cena presso il tesoriere della marina, Bodard de Saint-James, nell’agosto 1786, in cui due poco noti personaggi di secondo piano raccontano i loro sogni. Il primo, un avvocato di provincia, ha sognato Caterina de Medici, che gli ha spiegato l’errore fatto alla notte di San Bartolomeo, di non sterminare completamente gli Ugonotti, e lo ha incitato, caso mai venga a trovarsi in simili circostanze, a non ripetere lo stesso errore: “la verità non lascia il suo pozzo se non per fare un bagno nel sangue, che la rinfresca”. Il secondo, un medico dall’aspetto sinistro, ha sognato di aver operato una gamba in cancrena e di aver avuto la visione di innumeri microscopici esseri (ragionevoli) che ci vivevano e che lui, operando la gamba, sterminava a migliaia. I due sconosciuti, come si apprenderà alla fine, hanno entrambi una vocazione, una missione, e anche un nome celebre.
(“Sur Catherine de Médicis”, dagli « Studi filosofici » della Commedia Umana, 1828-1836-1843, 400 pagine).
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182-, festa di San Luigi IX celebrata dai nobili monarchici nella cittadina di Saint-Sauveur le Vicomte (penso), ove nacque l’autore Jules-Amédée Barbey d’Aurevilly. In quel giorno il narratore ricorda di aver avuto nella sua adolescenza, durante una partita di whist, una velenosa intuizione. Il racconto è in una de “Le diaboliche” e precisamente ne “I retroscena di una partita di whist - Le dessous de cartes d’une partie de whist “. Il titolo francese dice qualcosa di più. Che dire di quest’opera avvelenata di uno scrittore, originale quanto si vuole, che proclama il suo cattolicesimo, ma vi arriva passando attraverso un inferno da cui (si veda anche “La cena degli atei” o “La vendetta di una donna”) è raramente assente il macabro? Forse non c’è altro modo di raggiungere la salvezza? Flaubert trovava queste novelle “da morir dal ridere”. Può essere, preferisco non pronunciarmi. La prima edizione fu esaurita in quattro giorni, con scandalo, sequestro e processo poi non celebrato.
(“Les diaboliques”, 1874, sei racconti, di cui due già comparsi in anni precedenti)
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Anno ignoto. Ultima annotazione sul diario di Meaulnes, Capo XVI da “Il grande Meaulnes” di Alain-Fournier (vedi 13 febbraio).