31 Agosto

Sezione: non-accadde/

“La civiltà dell’Uomo avanza inesorabile, e altrettanto inesorabilmente avanza l’inciviltà degli uomini. “ (DE)


31 agosto
1591, martedì, se si segue il calendario inglese del tempo.
“At Flores, in the Azores, Sir Richard Grenville lay – A Flores nelle Azzorre, stava in agguato Sir Richard Grenville”. E’ questo l’incipit di “La Revenge, una ballata della flotta”, in cui il poeta laureato Alfred Tennyson celebra l’impresa della nave Revenge alla battaglia di Flores, tra il 31 agosto e il 1 settembre 1591 (10-11 settembre per gli Spagnoli). Anche questa poesia è (stata) notissima nel Regno Unito, nonostante le usuali, volute ed inutili romantiche esagerazioni. Era destino del Tennyson celebrare con eleganti poesie il valore insieme alla stupidità militare, come avvenne per l’ancor più nota “Carica dei Seicento” (vedi 25 ottobre). Così Tennyson racconta che Sir Richard Grenville sfidò una flotta di cinquantatré navi nemiche, e, non riuscendo a passare, combattè per quindici ore da solo. Infine, dopo di aver affondato o danneggiato varie navi spagnole voleva far saltar per aria la propria. I suoi ufficiali riuscirono a dissuaderlo e lo convinsero ad arrendersi. Grenville, che era stato ferito, fu fatto prigioniero e morì due giorni dopo. Già a quei tempi si era giudicato da parte inglese che una simile impresa, soprattutto se non necessaria, era pura millanteria da non imitarsi, che rifletteva il carattere non a tutti simpatico dell’eroe. Ma la storia della Revenge raccontata da Tennyson fa anch’essa parte della Leyenda Negra, in cui gli Spagnoli, che avevano allora la più forte marina del mondo, sono destinati a fare la parte degli inetti. Tennyson si ispirò al resoconto di Walter Raleigh, cugino di Grenville, stilato subito nel novembre del 1591 (Raleigh non era presente alla battaglia). Naturalmente anche gli Spagnoli hanno i loro rapporti sulla battaglia, per quanto meno noti. Si veda per esempio il contemporaneo documento 2518 del Archivo del Museo Naval. A me pare che il rapporto spagnolo non tolga nulla all’eroismo del Grenville, ma tolga parecchio alla sua stupidità. L’Ammiraglio spagnolo era Don Alonso Bazan, ventenne, che aveva avuto successo disobbediendo agli ordini e per questo fu censurato. (“The Revenge – A Ballad of the Fleet”, 1878, 119 versi). La “piccola Revenge” di Tennyson, effettivamente assai più piccola di alcuni galeoni spagnoli che la impegnarono, sembra però che fosse tra le migliori navi britanniche del tempo.

1630, sabato. “C’era un movimento straordinario, un correr di monatti, un trasportar di roba, un accomodar le tende delle baracche, uno strascicarsi di convalescenti a queste e ai portici, per ripararsi dalla burrasca imminente”, conclusione del capitolo XXXVI dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. In pratica la “burrasca” descritta nel capitolo successivo conclude la peste, le avventure dei due fidanzati, e anche il romanzo. Relazioni dei contemporanei riportano che l’acquazzone durò due giorni, “tra la fine di agosto ed il principio di settembre”, quindi il 31 agosto pomeriggio mi sembra il tempo giusto per l’inizio di questo acquazzone, che Manzoni fa durare circa 36 ore. Vedi 7 novembre.

“Il trentun agosto, verso le nove del mattino, Robert Cozal se ne tornò a casa”, incipit del romanzo “I capiscarichi” di Courteline (Georges Moinaux). E’ un martedì, fatto non senza importanza nel romanzo, che quindi si svolge o nel 1897 o nel 1909. Le “linottes”, titolo francese del romanzo, sono i cardellini, che evidentemente in Francia non godono di una buona stampa. In una prima versione, 1893, il titolo era “Les hannetons – i maggiolini”. Ma questi insetti li abbiamo già impegnati il 1 maggio e il 12 agosto e per loro può bastare. Di capiscarichi, o scervellati, o storditi, nel romanzo ne incontriamo una piccola collezione: uomini fatui e pazzoidi a gradi diversi, tutti tormentosamente infedeli; donne graziose, tutte allegramente infedeli. Nessuno si salva e nessuno è veramente antipatico. Il tutto condito da un umorismo francese grassottello in tardo stile “belle époque”, forse un po’ invecchiato. (“Les Linottes”, prima edizione completa nel 1912, 182 pagine. In seguito se ne fece un’operetta). Courteline era un bello spirito, che espresse in questo romanzo la sua opinione della società contemporanea. Vale la pena notare che era un assiduo frequentatore di un certo caffè non lontano da casa sua a Montmartre, l’Auberge du Clou, in cui mise in funzione l’Idiometro (detto anche più volgarmente Conomètre), strumento prodigioso di sua invenzione che misurava l’idiozia del paziente. Peccato che la macchina non esistesse e fosse solo uno scherzo, manovrato da un compare.