10 Settembre

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit “Come ci si sente inutili, nel rinunciare a dare anche quei consigli che sappiamo essere comunque inutili!”


ORACOLO III di RENATUS NOSTRADAMUS, Domenica 10 settembre 2017 (profezia valida strettamente per la settimana 10-17 settembre; in senso lato fino al 3797 come quelle di Nostradamus, tanto per stare sul sicuro…)

ENTRE DEUX MERS DRESSERA PROMONTOIRE
DE TOUTES PARS CONFLIT ET GRANDE PERTE
LE SIEN NEPTUNE PLIERA VOYLE NOIRE,
PRES DU THESIN, RUBICON PUGNE INCERTE.

Tra due mari eleverà promontorio
ovunque battaglia e grandi perdite:
il suo Nettuno ripiegherà vela nera,
presso il Ticino, incerta la battaglia al Rubicone.

A promontory stands between the two seas:
On all sides conflict and great loss:
Neptune unfurls a black sail for his man;
Near the Ticino, Rubicon uncertain battle.

Per quanto riguarda i due oracoli precedenti osservo che effettivamente ci furono diverse scosse di terremoto, fortunatamente non troppo violente, tanto sulle coste del Benaco o lago di Garda (3 settembre, magnitudo massima 3.4), quanto in Abruzzo (5 settembre, mag. 3.7). Il Lago Fùcino esisteva ai tempi di Nostradamus e fu prosciugato nel 1878. Non c’è più. Ma l’epicentro della scossa abruzzese è stato nei pressi del lago di Campotosto, lago artificiale costruito negli anni 1930-40. Il lago è formato dal fiume…Fucino. Questo è dunque il Lago del Fucino di oggidì. Niente male, vecchio Renato! Se solo ci avessi detto cosa avrebbe dovuto succedere al Benaco e al lago Fucino! IL secondo verso del 3 settembre “ET LA LOI SAINCTE EN TOTALE RUINE “ va ovviamente letto insieme al quarto dell’oracolo precedente: “LEUR GENS À ÉGLISE COMMETTRONT LES ESCLANDRES”, che va interpretato come: “le genti delle Fiandre Americane, dal Texas alla Florida, faranno cose scandalose contro la Chiesa”. In effetti in Texas tra varie polemiche si stanno mettendo in scena drammi anticlericali e antireligiosi, tra i quali (a San Antonio) il famoso “An Act of God”, di David Javerbaum (2015), dove appunto viene proposto un nuovo decalogo, alquanto blasfemo. Bisogna ancora sistemare qualche verso, e poi potremo sempre ricorrere al mezzo utilizzato da Nostradamus, secondo il quale le sue predizioni valevano fino al 3797. —
10 Settembre
210 aC, morte del “Primo Imperatore” della Cina a Shaqiu, lontano dalla capitale Xienyang, situata presso l’attuale Xian. I suoi più stretti collaboratori, Li Si e Zhao Gao, decisero di tenerne segreta la morte e lo riportarono alla capitale in un carro chiuso fingendo che fosse vivo. Fecero anche viaggiare vicino al carro imperiale un carro carico di pesce secco “per imbrogliare gli odori”. Così si esprime “Il Grande Storico”, Sima Qian. Anche se gli storici esulano da questa mia raccolta per eccessiva facilità di uso, taluni proprio non possono essere omessi. Sima Qian fissò una volta per tutte la struttura dei libri di storia cinese (seguita per quanto possibile da tutte le successive storie dinastiche ufficiali), in cinque parti: storia di base (biografie imperiali), tavole cronologiche, monografie, grandi casati, biografie. Sima Qian conclude ogni biografia con un giudizio morale. La sua monumentale opera storica è lo Shiji (“Storie”). Non penso che esistano traduzioni complete in lingue occidentali. Quel che c’è, è interessante. Scrisse anche altro. Andrebbero lette le sue due lettere, riportate da altri storici, scritte in seguito ad una pena infamante a cui era stato condannato dall’imperatore Wudi. In esse spiega che il suicidio avrebbe richiesto meno coraggio che la decisione di sopravvivere. Ma Sima Qian aveva una missione da compiere e voleva completare la sua opera. Persona degna di ogni rispetto, come storico, come scrittore e come uomo.
(“Shiji”, 109-91 BC, in 130 libri).
Quante sono le storie dinastiche cinesi? Talvolta si legge XXIV, talaltra XXV. Ciò dipende dall’inclusione o meno dell’abbozzo (peraltro monumentale) della storia dell’ultima dinastia, Qing, che è rimasta incompiuta.

“Come mai così presto da noi?” chiese l’oste. Carlo si spaventò un poco a questa domanda: “È tanto presto? Non è il dieci o l’undici settembre?”. Siamo in un piccolo albergo sullo Stelvio ed i due fratelli, il “Cieco Gerolamo e suo fratello”, protagonisti dell’omonimo breve racconto e gentile capolavoro di Arthur Schnitzler, sono arrivati alla fine della novella, ma ad un nuovo inizio per loro.
(“Der blinde Geronimo und sein Bruder”, 1902,46 pagine).

Nella notte termina il racconto “Lo Horla”, di Guy de Maupassant, con il protagonista che ha fatto ricorso ad una drastica misura, ma non è sicuro se abbia avuto successo oppure no. Vedi 8 maggio.