ORACOLO V di RENATUS NOSTRADAMUS, Domenica 24 settembre 2017 (profezia valida strettamente per la settimana 24-30 settembre; in senso lato fino al 3797 come quelle di Nostradamus, tanto per stare sul sicuro…)
LA VERGE EN MAINS MISE AU MILIEU DE BRANCHES
DE BAS AN HAULT ESLEVE PROMPTEMENT :
UN PEUR & VOIX FREMISSENT PAR LES MANCHES,
QUI DE VERONNE AURA GOVERNEMENT.
La verga in mano posta nel mezzo dei BRACCI,
dal basso in alto elevato rapidamente:
Paura e voce vibrano lungo le maniche,
chi di Verona avrà il governo.
With rod in hand set in the midst of Branchus,
Quickly raised from low to high estate.
Fearful, voice trembling thorough his sleeves:
This man will govern Verona.
L’Oracolo IV, almeno per ora, non ha predetto alcun chiaro evento. Forse lo ha predetto per qualcuno che lo avrà letto e sarà rimasto stupito. Neanche questa volta (Oracolo V) riesco ad immaginare che cosa possa significare questa quartina. Come il solito, il testo guadagna in traduzione, in inglese, il che è pessimo segno. Magari domenica prossima si troverà che la quartina ha previsto qualche evento che vi si adatterà in modo addirittura ovvio. Si prendano dunque immediatamente provvedimenti.
Si noti comunque come quattro versi intrecciati di due quartine che il mio programma a scelto a caso (“come il vento le foglie di Sibilla…”) riescano a fare quasi un discorso completo.
24 Settembre
265, se effettivamente il giorno xinmao dell’ottava luna era il 24 settembre di quell’anno. Sale al trono Sima Yan, che prende il nome di (Jin) Wudi e riunificherà l’impero cinese, che si era sfasciato alla caduta degli Han. Così “ciò che è unito inevitabilmente si sfascia e ciò che è diviso si ricompone”. Si apre e si chiude essenzialmente con questo concetto il romanzo storico cinese per eccellenza, il “Romanzo dei tre regni”, di Luo Guanzhong, un fiume di personaggi e di eventi. Quando si mettono a scrivere, i Cinesi non scherzano.
(“San Guo Yan Yi”, XIV secolo; 800.000 parole, 120 capitoli. Molti personaggi sono ancor oggi noti a praticamente tutti i Cinesi.) Vedi anche 8 giugno.
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1541, sabato. Muore a Salisburgo FilippoTeofrasto Aureolo Bombasto di Hohenheim, cioè Paracelso. La sua morte è il soggetto della parte quinta di “Paracelso”, giovanile poema dialogato o dramma di Robert Browning, in cinque parti, con quattro personaggi. In punto di morte Paracelso dichiara di aver fallito, perché la sua smania di sapere era una forma di egoismo in quanto non era spinta dall’amore per l’umanità. Tuttavia, quello che ha fatto, un giorno sarà compreso. Paracelso era certo un uomo singolare e un pensatore originale. Browning ne ha fatto un eroe ed un innovatore misconosciuto, oltre che perseguitato. Il testo, dal finale quasi grottesco se fosse recitato, è di faticosa lettura. Ma non lascia indifferenti, perché, attraverso una successione di immagini luminosamente poetiche ci mostra un giovane genio (Browning aveva ventitrè anni) in azione alla scoperta dei propri mezzi nel trattamento di concetti filosoficamente profondi. Vale un tentativo.
(“Paracelsus”, 1835, cinque parti).
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1777, mercoledì, data del testamento di Timothy Dudgeon, Atto I, “Il discepolo del diavolo”, di George Bernard Shaw.
Siamo al tempo e nei luoghi dell’Indipendenza Americana, con una vicenda raccontata in tre atti diversi tra loro (vivace storia privata, romantico eroismo un po’ usato, farsa storica) e a parer mio di valore decrescente, ma ammetto che si possa anche avere l’opinione precisamente opposta. Comunque da non perdere l’introduzione e le note di scena dell’autore.
(“The Devil’s Disciple”, 1897, tre atti).