20 Ottobre 2017

Sezione: non-accadde/

Sardoniicus dixit:”L’altruista si consola pensando che le sue manchevolezze sono la cosa che più piace ai suoi nemici (e amici)”.

1526, sabato. Viene decapitata a Milano la contessa Bianca Maria di Challant, protagonista della novella IV di Matteo Bandello, che, una volta descritta l’esecuzione, conclude con l’invito: “E chi bramasse di veder il volto suo ritratto dal vivo, vada ne la chiesa del Monistero maggiore, e là dentro la vedrà dipinta” (il ritratto lo fece il leonardesco Bernardino Luini, e la chiesa è San Maurizio a Milano, che senz’altro vale una visita - almeno). Matteo Bandello scrisse le sue novelle (in tutto 214), senza immaginare che cinquant’anni dopo a tre di esse, tra le quali una che trattava di una Giulietta e di un Romeo, amanti sfortunati, un abitante di un’isola settentrionale, non molto abitata, fredda e semicivilizzata, avrebbe dato insperata, duratura rinomanza.
(“Novelle”, libri I-III, 1554; parte IV, 1573, postuma; 214 novelle, 880 pagine fitte, 4 Mbytes)


1799, domenica (sera). Due giovani ufficiali medici francesi giungono alla Locanda Rossa, presso Andernach sul Reno. Così, ad una bella cena dell’alta borghesia parigina, incomincia la storia raccontata dal tedesco Hermann, l’elemento centrale de “La locanda rossa”, di Honoré de Balzac. Questo racconto, che insieme alla Pelle di Zigrino (vedi 15 novembre) pose Balzac saldamente al centro della scena letteraria francese, è talora definito “giallo filosofico”. Per me non è più “giallo” di quanto non sia “filosofico”. Provare per credere.
(“L’auberge rouge”, 1831, 77 k)


Con le nozze del protagonista Georges Duroy con Suzanne Walter si conclude il romanzo Bel Ami, di Guy de Maupassant: l’arrivista senza scrupoli apparentemente ha ottenuto tutto, ma forse c’è ancora spazio per la sua ambizione (vedi 28 giugno).