1835, giovedì (data probabile, essendo l’unico giovedì di metà ottobre del 1835). I Buddenbrook festeggiano la loro nuova casa a Lubecca. E’ così che incomincia, con un pranzo in grande stile in tutte le maniere, il romanzo “I Buddenbrook, il declino di una famiglia”, di Thomas Mann. Vedi 8 ottobre.
1890, mercoledì. Nascita a Tavora (Portogallo) di Bernardo Campos, uno dei tre maggiori “eteronimi” del poeta Pessoa. Pessoa non è un poeta, ma è il poeta del XX secolo. E poi non è un poeta, ma è un intero mondo letterario, in cui la schizofrenia poetica è spinta alla creazione di decine di “eteronimi”, cioè poeti e letterati dalle personalità diverse, che discutono, si conoscono, si ammirano, fanno scuola, si detestano. Tutto nella mente di un’unica persona. A me personalmente non piacciono nè il suo occultismo, nè la sua teosofia, entrambi un po’ demodé, ma Dante può piacere anche a chi non è cattolico o non crede che il Veltro verrà a mettere le cose a posto. E del resto nella poesia di Pessoa ciascuno può trovare quel che gli serve. Ho idea che in un giorno non tanto lontano, guardando indietro dal futuro, il XX secolo della letteratura Europea apparirà dominato da questo poeta e fenomeno letterario, sconosciuto in vita e ancora oggi apprezzato al disotto del suo valore. Qualcosa di Pessoa va letto, assolutamente. Se necessario, imparare a leggere il portoghese, il che, per un Italiano, non è troppo difficile.
1900, lunedì. Il Sapiente incomincia a tremare perché alle 24:00 del 1 novembre il Diavolo verrà a prendersi la sua anima. Raccontino edificante che tocca en passant un piccolo problema che è stato rivissuto nel 2000, umoristicamente raccontato da “Old Thunder”, cioè Hilaire Belloc, nel suo libro “Il sentiero verso Roma”. Si faccia uno sforzo per passare sopra al fatto che Belloc è un apologista cattolico fino alla punta dei capelli, e si affronti questo racconto autobiografico di un viaggio a piedi in linea retta (già il progetto è curioso) da Toul in Lorena a Roma. Prometto interesse, divertimento, irritazione. Ci sono infatti anche dei dialoghi immaginari con il lettore esasperato, che viene malmenato psicologicamente dall’autore. E poi ci sono dei gradevoli schizzi a penna, sempre dell’autore. Il finale, la descrizione di Roma, è a sorpresa. Dunque, scalata non difficile, belle vedute – merita (direbbe un Piemontese). Occorre solo superare l’introduzione e le prime pagine. Magari conviene lasciarle per dopo.
(“The Path to Rome”, 1902, 530 Kbytes).
Anno imprecisato. Il giovane Mr. Collins in quel giorno ottiene in una banca un impiego per cui gli pagano 16 dollari alla settimana. È l’inizio della sua “success story”. Incontriamo Mr. C.C.Collins già Presidente della Condor Oil, che vuole a tutti costi impossessarsi del terreno della patriarcale e deficitaria fattoria messicana “La rosa bianca”. Questa dà il nome al romanzo del misterioso autore B. Traven. Il romanzo è svelto, appassionante e interessante. L’identità del suo autore (chi era, come si chiamava, da dove veniva, in che lingua scriveva) costituisce un problema non meno appassionante ed interessante, su cui si è detto e scritto molto, senza arrivare neanche ad accordarsi su cosa significhi la B di B. Traven. Ma ciò che dà un valore particolare a questo romanzo e spinge prepotentemente a leggerlo è che c’è pur sempre una probabilità che anche “Loro” lo abbiano letto prima di dare quel nome al loro coraggioso e sfortunato movimento di resistenza contro Hitler.
(“Die Weisse Rose”, 1929, 400 pagine).