Questo post nasce da una risposta a una domanda posta su Quora : “Perché la parte immaginaria è necessaria nell’equazione di Schrödinger?” Certamente chi non ha familiarità con l’uso delle variabili complesse si deve essere chiesto perché la natura debba essere così malvagia da imporci l’uso di una matematica avanzata, diciamo da università. E’ davvero necessario? La domanda ricevette su Quora diverse dogmatiche risposte, che l’immaginario è essenziale eccetera. Ora, la risposta appare oggi del tutto corretta, e i grandi progressi della meccanica quantistica, specie nelle particelle elementari, non si sarebbero verificati, se si fosse dovuto fare a meno dell’analisi complessa. Ma stupirà forse scoprire che la ragione per cui l’inventore della meccanica quantistica, Schroedinger, dovette approdare all’analisi complessa, pur essendo soprattutto interessato ad autovalori reali, fu di natura del tutto diversa.
Questo saggio, sia ben chiaro, è di natura storica, e non voglio incoraggiare nessuno a tentare di restare nel campo dell’analisi reale. A meno che non si apportino idee realmente (il gioco di parole non era voluto) nuove, che non riesco a immaginare, esorto chiunque a godersi i piaceri astratti dell’analisi complessa e delle sue applicazioni.