Questo breve, ma purtroppo non brevissimo saggio (ovviamente in versi) è inteso come un sussidio a chi prepari un esame di maturità in cui Kant figuri fra gli autori “da portare”. Se poi, invece di essere un sussidio, sarà il colpo di grazia che complicherà in modo tragicamente definitivo la comprensione di questo autore, me ne scuso fin d’ora, e invito l’eventuale lettore ad astenersi dalla lettura della Critica della Ragion Pratica e di quella del Giudizio, invito forse superfluo.