Della Critica del Giudizio di Kant si può forse dire che arrivando ultima tanto fra le opere importanti di Kant, quanto nel vari programmi di studio, è probabilmente la meno studiata. E’ anche abbastanza ermetica e richiede un certo sforzo. A ciò si aggiunge l’impressione che Kant avesse una mente poco adatta a vivere e quindi comprendere il sentimento, come del resto sembra confermare la storia della sua vita sentimentale. Tuttavia, a me pare che la Critica del Giudizio sia qualcosa come la Poetica di Aristotele, in cui si anatomizza a fondo la poesia o comunque l’arte: alla fine si trova che fintantoché il buon gusto regna nell’arte, all’analisi di Kant non si possa sfuggire, ed i suoi concetti siano messi in atto senza saperlo. Incidentalmente, la commedia manca in Aristotele e una trattazione sistematica dell’umorismo (non disprezzato, ma confinato in pratica alla sola sezione 54 - su 91) manca in Kant. Per fortuna, direi io.