E’ ora venuto il momento di proporre una grammatica (ovviamente in versi) della lingua persiana, lingua veicolare dell’Asia, soprattutto in India, circa duecento anni fa, prima che l’inglese la soppiantasse, e in più dotata di una ricca letteratura, di storici, scienziati e, soprattutto, di poeti giustamente famosi. Tanto famosi da essere stati tradotti da molti semi-poeti, del tutto all’oscuro della lingua persiana, con risultati poeticamente anche validi, ma che non riflettevano minimamente l’originale.
Ma non è solo questo. Noi abbiamo sempre sottovalutato la cultura Persiana. Nella storiografia greca, i Persiani sono i cattivi. Ricordo ancora un mio collega di studi iraniano negli USA, che mi disse (e ancora nella sua voce risuonava lo stupore):”Ma davvero le nostre campagne contro i Greci sono presentate come una strordinaria vittoria Greca sulla Persia? Capisco Alessandro Magno e tutto quel che viene dopo, ma per noi Maratona, Platea etc. furono battaglie marginali. E delle Termopili non avevo mai sentito parlare fino a che non venni in Occidente. Che cosa vuoi che importino trecento eroi (che poi erano duemila) che uccisero anche centomila nostri eroi (ma siete voi che dite che erano centomila) che li attaccarono da una posizione di svantaggio? Dopo tutto i Persiani passarono e distrussero Eretria e Atene, come da programma. Non mi pare neppure che abbiamo documenti storici originali su queste battaglie.”
Del resto i Greci, quando non erano tutti in guerra contro i Persiani, ne riconoscevano la superiorità, e il loro re era il basileus per eccellenza, nella storiografia greca. I Persiani erano detti barbari perché parlavano male il greco, lingua che del resto molti greci parlavano con dialetti che suonavano anche peggio.
La lingua persiana del tempo delle Termopili non la conosco, ma quella del 1000 dC , il persiano letterario, è una bella lingua, imparentata col greco più dell’italiano, semplice, soprattutto se paragonata al greco. Firdauzi è un poeta epico che non ha nulla da invidiare a Virgilio. I grandi poeti lirici, Hafiz, Sa’di, Khayyam (tanto Hafiz quanto Khayyam non sono i veri nomi), cantano con bei versi, non senza profondità, il vino, le rose, l’amore. Quasi tutti erano saggi Sufi, e molti loro versi sono intesi dai Persiani in senso allegorico e filosofico. Non voglio entrare in questa discussione. Se così fosse, i loro poemi sarebbero inaccessibili agli occidentali che non conoscano la filosofia Sufi. Qui cerco di dare accesso al loro significato letterale. Per i sensi riposti, si vedano altre fonti. Ma soprattutto raccomando di non mettersi subito, appena letta questa grammatica introduttiva, a tradurre i poeti persiani, non senza la supervisione di qualche dotto persiano. Mi sentirei gravemente responsabile.
Come il solito, avverto che cliccando sull’icona di Acrobat in alto a sinistra sul riquadro che contiene il post, si può leggere il testo in formato pdf, con tutti i vantaggi di un Acrobat Reader. Altrimenti si può avanzare e retrocedere sulle pagine cliccando sulle frecce su fondo azzurro. Ultimamente ho notato che i files scaricati usando Firefox finiscono nei “Documenti”. Non importa, altri browser, come Chrome, vanno bene. Spero comunque che si tratti solo un problema momentaneo.