Sardonicus dixit “Quante cose è meglio solo desiderarle!”
20 febbraio
1809, lunedì. Cade la città di Saragozza in mano ai Francesi. L’autore “pochi giorni dopo” trova in una casetta un manoscritto. È questo il prologo de “Il manoscritto trovato a Saragozza”, di Jan Potocki (che andrebbe letto “potozki”), caleidoscopica successione di racconti sospesi e ripresi, uno incastonato nell’altro, che formano il piacere e la disperazione del lettore, che non ci si raccapezza facilmente (vedi anche 20 giugno).
(“Manuscrit trouvé a Saragosse”, in francese, due versioni del 1804 e 1810 rispettivamente, edizione complessiva in 680 pagine).
Per Conan Doyle (vedi 14 giugno) la città è presa, inevitabilmente, dal Brigadiere Gérard sotto il maresciallo Lannes (in un anno diverso?).
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Vendita di schiavi in Washington, Kentucky, Capo XII, Parte I, de “La capanna dello zio Tom”, di Harriet Beecher Stowe. Qui Mr. Haley acquista altri schiavi oltre allo Zio Tom per rivenderli. Ne comprerà un altro sul battello fluviale, il che provocherà un triste incidente, non essenziale alla storia, ma illustrativo della situazione.
La Capanna dello Zio Tom è un classico, cristiano, abolizionista e femminista. Lo stile sentimentale e troppo spesso sermoneggiante, con frequenti appelli al lettore, fu criticato fin dal suo apparire. Ma il libro va letto soprattutto per il suo valore storico ed umano. Per quanto mi riguarda, l’idea (di Abraham Lincoln) che il libro avesse scatenato la guerra di secessione, è un dubbio merito, visti i più di 600.000 soldati morti, 400.000 feriti, oltre a innumeri morti civili e devastazioni senza numero. Peggio di me, i saggi che arrivano cent’anni dopo hanno trovato a ridire al libro, rinfacciandogli la colpa di aver creato nel 1850 stereotipi inaccettabili oggi, quali lo stesso Zio Tom. Come dire, del senno di poi.
(“Uncle Tom’s Cabin; or, Life Among the Lowly”; pubblicato a puntate nel 1852, in volume nel 1853; 1.06 Megabytes)
Il lettore interessato alla genesi del libro ed alla condizione degli schiavi negli Stati Uniti può leggere con interesse “La chiave alla capanna dello zio Tom”, della stessa autrice, scritto in stile completamente diverso e ricco di documenti, per difendere il proprio libro contro le accuse di falsità e scarsa documentazione, scagliate contro di lei soprattutto negli stati ex-schiavisti.
(“The Key to Uncle Tom’s Cabin; Presenting the Original Facts and Documents Upon Which the Story Is Founded, Together with Corroborative Statements Verifying the Truth of the Work. By Harriet Beecher Stowe. Boston: John P. Jewett and Company, 1854; 1.43 Mbytes).
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1598 martedì (vecchio stile). Inizio del Boris Godunov di Alessandro Pushkin. Vedi 2 marzo.