Sardonicus dixit: “ Un provinciale non si senta al sicuro se è riuscito a nascere nella capitale”.
15 marzo
44 a C. Uccisione di Giulio Cesare. Un punto fisso nella storia, ma anche nella letteratura. E il punto fisso dei punti fissi è il Giulio Cesare di Shakespeare.
Il discorso di Marco Antonio resta una delle più belle cose scritte sul soggetto.
“Il male che gli uomini fanno vive dopo di loro, il bene…”
Come si può non averlo letto?
(“Julius Caesar”, 1599? – prima stampa “First Folio”, 1623; 5 atti).
Un abbozzo di “operetta morale” di Giacomo Leopardi, di cui si indicano i personaggi “Filosofo greco, Murco senatore romano, popolo romano, congiurati”, si riferisce a questo evento. Un paio di pagine di puro divertimento, con annotazioni che paiono scritte oggi. (Per le “Operette Morali”, vedi 11 ottobre).
1848, mercoledì. Pétőfi Sándor lesse la sua poesia “Canto nazionale” nella piazza Vörösmarty a Budapest, dando in pratica inizio alla rivoluzione ungherese contro il governo austriaco. Difficile dire se la poesia sia stata alla base della rivoluzione o la rivoluzione alla base della poesia.
(“Nemzeti dal”, 1848, 48 versi).