Sardonicus dixit: “Dovremmo almeno cercare di capitalizzare sui fallimenti del capitalismo”.
1 aprile
(presumibilmente 1808; quindi venerdì). Alphonse Lamartine arriva il 1 aprile a Napoli, Capo VII del breve romanzo “Graziella”, storia di un giovanissimo amore che si svolge a Procida. Lui ha diciotto anni, Graziella quindici. A mio parere, è questo uno dei migliori romanzi d’amore romantici. Lo conclude (e riassume) la poesia “Primo rimpianto – Premier regret”, a ondate di ricordi, che l’autore non ricerca e non vuole, ma a cui non può resistere. Leggere almeno questa. I ricordi non sono letterari soltanto. Lamartine amò effettivamente una fanciulla di Procida, Antonella Jacomino, che ricordò brevemente anche in “Raphaël” (1849) come Antonina.
(“Graziella”, 1852, circa 80 pagine).
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1898, venerdì. Viene fatto un pesce d’aprile a Mr. Chippings, dai suoi studenti di Brookfield (collegio inglese immaginario), che non sanno che quel mattino è morta sua moglie dando alla luce l’unico figlio, anche lui morto. Ma può un vero educatore morire senza figli? “Addio Mr. Chips” è un racconto che descrive a grandi linee un cinquantennio della società inglese, nei grandi giorni dell’Impero, vista da un recinto privilegiato. Da leggere, anche se tende a scivolare nello strappalacrime.
(“Goodbye, Mr. Chips”, racconto di James Hilton, 1933, circa 50 pagine, 16800 parole).
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Anno imprecisato. Le guardie di un certo villaggio portano davanti al giudice Jonathan Thrasher sei persone che avevano arrestato la notte precedente. Così, dopo un breve primo capitolo a carattere filosofico, inizia il romanzo Amelia, di Henry Fielding (Capo II). Uno degli arrestati è William Booth, protagonista del romanzo insieme con l’ammirevole Amelia, da cui non potrebbe essere più diverso. (“Amelia”, 1751, 1.17 Mbytes)