6 Aprile

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit: “L’ebbrezza per la ritrovata libertà è la via più sicura verso nuove schiavitù”.


6 aprile.
1327, venerdì, anzi, venerdì santo.
Benedetto sia ’l giorno, e ’l mese, e l’anno,
e la stagione, e ’l tempo, e l’ora, e ’l punto,
e ’l bel paese, e ’l loco ov’io fui giunto
da’ duo begli occhi che legato m’hanno;…

(Petrarca, Canzoniere, sonetto 61).
In questo giorno, all’ora di Prima (sei del mattino?), nella chiesa di Santa Chiara in Avignone Francesco Petrarca avebbe visto per la prima volta “Laura”, invaghendosene perdutamente. Il “Canzoniere” è il diario della sua passione amorosa che, quasi certamente non ricambiata e sempre rimasta a livello ideale, si estese ben oltre la morte di Laura. I vari commentatori sono più o meno d’accordo nel dichiarare che la Laura in questione fu figlia di Odiberto ed Ermessenda de Noves e andò sposa, forse diciottenne, a Ugo de Sade il 16 gennaio del 1325, due anni prima che Petrarca la incontrasse. Nel 1348, lo stesso giorno 6 aprile, alla stessa ora di Prima, Laura de Sade morì, probabilmente di peste nera, e fu sepolta nella chiesa dei Frati Minori (Cordeliers). Petrarca parlò pochissimo di questo suo amore anche con i suoi amici più stretti, per cui leggiamo in una sua lettera scritta a Jacopo Colonna, vescovo di Lombez, il 21 dicembre 1336 (Epistolae Familiares, libro II, lettera 9), la sua chiara protesta che Laura era una persona reale ed il suo amore non era una finzione letteraria. Sia come si vuole, il Canzoniere, a cui Petrarca almeno da principio non pensava che sarebbe stata affidata la sua gloria futura, fu la scuola di poesia dell’Europa intera, ed originò una schiera infinita di imitatori di maggiore o minor talento, in diverse lingue e letterature.
(“Canzoniere” - titolo originale: Francisci Petrarca laureati poetae rerum vulgarium fragmenta - frammenti in lingua volgare di Francesco Petrarca , Poeta laureato. Composto a partire dal 1348, ma, come risulta dalla lettera sopra citata, molte poesie dovevano essere già note in precedenza. 317 sonetti, 29 canzoni, 6 sestine, 7 ballate, 4 madrigali.)

1591, martedì. Potrebbe essere il giorno della festa in casa Capuleti, in cui si incontrano Romeo e Giulietta. Vi fu un terremoto in Londra il 6 aprile 1580, mentre non ve ne furono in Verona tra il 1521 e il 1591, l’uno un po’ presto, l’altro forse troppo tardi. Invece la data di uno dei (rari) terremoti londinesi calzerebbe. L’ipotesi è che il ballo si svolga nell’anniversario preciso, ipotesi basata sul fatto che la balia ciarliera non avrebbe motivo di citare il terremoto avvenuto 11 anni prima se non ne fosse l’esatta ricorrenza. Alternativamente si può pensare che sia stata la data della prima rappresentazione o prima stesura della tragedia. Non riesco a scorgere altre possibilità. Vedi 1 agosto.

1622, mercoledì, data della lettera dedicatoria del “Sogno della morte”, l’ultimo della serie “Sogni e Discorsi” di Francisco de Quevedo. Vedi 3 maggio.

1830, martedì. Viene assassinato in Salem Massachusetts il Capitano Joseph White. Da questo evento prese verosimilmente lo spunto Nathaniel Hawthorne per uno degli episodi principali del suo romanzo “La casa dai sette spioventi”, classico della letteratura nord-americana. Vi si raccontano le vicende dei membri di un ramo della famiglia Pyncheon, che vivono in una casa maledetta, che nasconde un segreto.
(“The House of the Seven Gables”, 1851, 631 Kbytes).

1928, venerdì. Titolo della parte terza di “The Sound and the Fury “ (Sconsiglio di tradurre il titolo: è Shakespeare, Macbeth, Atto V, scena V), di William Faulkner.
Le altre parti prendono anch’esse il titolo da date. Così la parte I è intitolata 7 aprile 1928; la seconda parte 2 giugno 1910; la quarta 8 aprile 1928.
Il libro descrive in ordine sparso e da diversi punti di vista la decadenza della famiglia Compson, affetta da razzismo, avarizia, egoismo, accidia e follia. Per lettori impavidi in tutti i sensi.
(“The Sound and the Fury”, 1929, 326 pagine).