Sardonicus dixit: “L’adolescenza è quell’età in cui iniziamo a fare con più determinazione quegli errori che continueremo a fare per tutta la vita e saranno sempre più imperdonabili.”.
10 maggio
“An einem zehnten Mai zu Anfange des siebenten Jahrzehnts dieses… neunzehnten Jahrhunderts -Un dieci maggio all’inizio del settimo decennio di questo…diciannovesimo secolo” , cioè circa il 1870, un viaggiatore sbarca a Trieste. Incipit di “Abu Telfan - il ritorno dalla Montagna della Luna” di Wilhelm Raabe (Jakob Corvinus), la tragedia del reduce, Leonardo Hageburger, o , peggio, la tragedia del buono che nel nostro mondo non può sopravvivere, o non poteva nel 1867. Ai buoni non resta, dice il romanzo, che attendere e “guardare alle stelle”.
(“Abu Telfan oder die Heimkehr vom Mondgebirge”, parte di un gruppo di tre opere sovente viste come una trilogia, pubblicato nel 1867, circa 400 pagine)
La montagna della Luna era posta dalle leggende presso le sorgenti del Nilo, e fu identificata con il Monte R(u)wenzori (che però significa “monte della pioggia” o “monte della neve”).
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Giorno in cui incominciò a piovere, minacciando rovina a Kukin, manager del teatro Tivoli. Da “Tesoro”, di Anton Cekhov. Breve, caratteristica novella in cui la tragedia sembra avvicinarsi senza scampo alla mite protagonista per poi scomparire d’improvviso come una bolla di sapone, senza per questo lasciare la felicità al suo posto. (“Dushecka”, 1899, 10 pagine, 4000 parole).