17 Maggio

Sezione: non-accadde/

Sardonicus et DE dixerunt: “La superbia è il solo modo di rendere tollerabile un’intelligenza mediocre”.

17 maggio
1606 (vecchio stile) assassinio del “Falso Dimitri” (del primo, perché di falsi Dimitri ce ne furono almeno tre), ultima scena - alquanto romanzata - nell’abbozzo dell’ultima tragedia, incompiuta, di Friedrich Schiller, “Demetrius”. Il soggetto della tragedia è lo stesso del Boris Godunov di Pushkin (vedi 2 marzo). L’autore tratteggia entrambi i protagonisti, Boris e Dimitri, con simpatia. Entrambi, soprattutto Dimitri, rispondono con nobiltà alla chiamata del loro destino, che resta incomprensibile, a loro ed a noi.
(“Demetrius”, incompiuto, prima rappresentazione nel 1857, due atti, 100 Kbytes).

(Anno imprecisato) Giorno che precede la partenza di Raphaël da Parigi, Capo XCI del romanzo o poema in prosa di Alphonse de Lamartine « Raphaël ». Straziante addio di Raphaël a Julie nel parco Monceau. Altro romanzo che più romantico non si può, sull’amore impossibile di due esseri malaticci in tutti i modi. Il romanzo è autobiografico e racconta l’amore di Lamartine per Julie Charles. Si legge bene, ed ha bellissimi brani con descrizioni della natura e del paesaggio. La poesia « Il lago », forse la più celebre poesia di Lamartine, si riferisce assai probabilmente alla stessa vicenda.
(« Raphaël, pages de la vingtieme annee », 1849 ?, 106 capitoli brevi, 367 kb)
(« Le lac », dalle “Méditations poètiques”,1820, 64 versi)
Ainsi, toujours poussés vers de nouveaux rivages,
Dans la nuit éternelle emportés sans retour,
Ne pourrons-nous jamais sur l’océan des âges
Jeter l’ancre un seul jour ?

Così, sempre sospinti verso nuovi lidi
nella notte eterna portati via senza ritorno
Non potremo mai sull’oceano del tempo
Gettar l’ancora un sol giorno?

(Anno imprecisato). Aloys de Synarose riceve un flacone - d’agata, oscuro come il pensiero d’una donna - da portare a Josephine d’Alcy, come leggiamo nei capitoli 87-94 de “L’anello di Annibale” di Jules Barbey d’Aurevilly, autore stravagante ed influente, come critico, come oggetto di obbrobrio, come maestro, come modello. L’anello di Annibale è una storia tenuissima. La struttura portante è costituita da un centinaio di frasi di un paio di righe, ognuna delle quali è dilatata in uno o più capitoletti di mezza pagina ciascuno, la maggior parte dei quali non ha gran rapporto col soggetto. Quasi insopportabile. Lettura buona come allenamento prima di qualche lettura ancora più esasperante, come “Ulysses”.
(“La bague d’Annibal”, 1842, 151 capitoli di mezza paginetta ciascuno; gli interessati possono trovare il significato del titolo al capitolo 148)