Sardonicus dixit: “Chi è trasparente come il vetro rischia di essere altrettanto fragile.”
31 maggio
1669, lunedì. Ultima annotazione del Diario di Samuel Pepys (vedi 1 gennaio), che si rammarica di non poter continuare perché gli occhi non lo servono più’. Terminare il diario (tenuto meticolosamente per nove anni) è “un po’ come vedere me stesso scendere nella tomba: per la qual cosa, e per le difficoltà che accompagneranno la mia cecità, il buon Dio mi prepari! - * …is almost as much as to see myself go into my grave: for which, and all the discomforts that will accompany my being blind, the good God prepare me! * ”. Il lettore, estenuato e commosso al tempo stesso, può tuttavia consolarsi considerando che il buon Dio aiutò Pepys, che aveva allora 36 anni e ne visse attivamente altri 34, viaggiando, ricoprendo diverse cariche e finendo alcune volte in prigione. Andò in pensione nel 1690 e morì infine il 26 maggio 1703. Verrebbe il sospetto che semplicemente ne avesse abbastanza di tenere un diario, ma il fatto è che Pepys di lì in avanti dovette dettare i suoi scritti, ed i suoi diari erano un po’ troppo personali per essere dettati.
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1793, i Girondini vengono battuti dai Montagnardi. Giorno ricordato come “affreuse journée” nelle “Memorie di un volontario”, dalla raccolta “L’astuccio di madreperla“, di Anatole France. Vedi 26 dicembre.
Viene bene mettere qui un post sul 35 maggio. Altrimenti non saprei dove metterlo. Dunque:
35 maggio
(giovedì, di un anno in cui esiste il 35 maggio, giorno in cui tutto può succedere). Titolo del vagamente demenziale romanzo per ragazzi di Erich Kästner (“Il 35 maggio, ovverosia la cavalcata di Corrado verso l’Oceano Pacifico”). Il piccolo Corrado è bravissimo in matematica, ma deve sviluppare la fantasia. Gli viene perciò dato il compito di scrivere un tema sul Pacifico. Fortunatamente è giovedì, giorno in cui Corrado suole visitare lo zio farmacista. I due incontrano un cavallo nero parlante, montato su pattini a rotelle, Negro Kaballo, con cui entrano in un mondo fantastico dove vivono diverse avventure, fino a raggiungere, appunto, un’isola nei mari del sud. Così Corrado potrà scrivere il suo saggio.
(“Der 35. Mai oder Konrad reitet in die Südsee”, 1931, 160 pagine).
Non vedo però che cosa ci sia di strano in un cavallo che parla, Negro o no.